Roma - potrebbe essere l'assemblea in programma oggi e domani l'occasione buona per annunciare l'ingresso in Confindustria dell'Intersind, l'associazione sindacale delle aziende Iri ed ex Efim.
Le trattative, in corso da tempo, sono ormai terminate e si aspetta solo la richiesta formale dell'Intersind che, appunto, potrebbe arrivare anche in queste ore.
Il bilancio che il presidente Luigi Abete presenterà agli associati sarà comunque positivo perché in questi dodici mesi la confederazione ha ottenuto risultati di rilievo, in campo economico e sindacale, ma anche sul fronte dell'autonomia dalle forze politiche.
Il discorso di replica al presidente della Confindustria sarà affidato come di consueto al ministro dell'industria, il leghista Vito Gnutti, ma non è escluso un saluto estemporaneo di Silvio Berlusconi.
Del resto, lo fece un anno fa Carlo Azeglio Ciampi, a buon diritto può pensare di farlo Berlusconi che è industriale ed è stato membro importante dell'organizzazione degli industriali, fino a essere membro del consiglio direttivo.
Innanzitutto all'approvazione della proposta di Abete per la nomina per il prossimo biennio dei tre vicepresidenti, Carlo Callieri, Luigi Orlando, Giampiero Pesenti.
L'elezione del nuovo consiglio direttivo sarà invece compito della giunta che si riunirà giovedì pomeriggio subito dopo l'assemblea e sceglierà dieci nomi da una lista di 30 persone.
Altri due consiglieri in rappresentanza della piccola impresa saranno scelti da un piccolo elenco di sei persone stilato dal Consiglio Nazionale della piccola Impresa, mentre i due nuovi consiglieri, sempre rappresentanti della piccola impresa, ma nominati in base alla variazione dello statuto, saranno proposti da Abete d'accordo con Giorgio Fossa, presidente dei piccoli imprenditori.
Membri del consiglio direttivo saranno poi anche i tre vicepresidenti e i sei consiglieri incaricati (Pietro Marzotto, Giancarlo Lombardi, Aldo Fumagalli, Ettore Massiglia, Antonio Mauri, Paolo Passanti), oltre all'ultimo presidente, Sergio Pininfarina.
Il bilancio del presidente Abete rimarcherà tra l'altro il notevole ampliamento della base associativa in questi dodici mesi, culminato forse proprio dall'ingresso dell'Intersind.
Questa comunque, a differenza dell'Asap, l'associazione delle aziende Eni, dovrebbe mantenere la propria individualità, raccogliendo nel tempo le aziende che gestiscono servizi a rete.
Ieri comunque ha aderito a Confindustria l'Aica, associazione delle catene alberghiere, diecimila dipendenti e oltre 100 miliardi di lire di fatturato l'anno.
Considerando anche i dati relativi all'interscambio con i paesi extra comunitari il saldo totale del periodo gennaio - febbraio dell'anno in corso ammonta a 3.301 miliardi che si contrappone a quello dello stesso segno di 1.646 dello scorso anno.
Il totale delle esportazioni nel periodo relativo al primo bimestre dell'esercizio è stato di 23.260 miliardi (10,3%), quello delle importazioni di 21.867, per una crescita del 15,9%.
Roma - violenta polemica tra l'ex presidente della repubblica, Francesco Cossiga, e il ministro dell'interno, Roberto Maroni, che aveva accusato il senatore a vita di voler destabilizzare il Sisde.
Cossiga ha definito irresponsabili le affermazioni di Maroni, ha scritto una lettera al presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, e ha chiesto un incontro al capo dello stato.
I difensori dell'attuale ordinamento dei servizi erano fortunosamente riusciti ad affossare la mini riforma elaborata dal governo Ciampi, che tentava di ricondurne a palazzo Chigi il controllo politico generale e, con maggiore efficacia, quello finanziario, ma ora l'ex presidente della repubblica propone il commissariamento immediato del Sismi, del Sisde e dell'organo di coordinamento della presidenza del consiglio, il Cesis, come preludio a una riforma radicale.
Le resistenze del ministro degli interni, Roberto Maroni, ricordano quelle del suo predecessore Nicola Mancino: si tratta di non delegittimare i capi, scoraggiare gli uomini e disperdere il patrimonio accumulato.
Tutto questo ha un senso, ma non affronta la questione di fondo, e cioè il fatto che il Sisde, malgrado abbia riscosso alcuni successi, non sembra essere riuscito a darsi una fisionomia e un ruolo preciso (al di là di quelli di mero sottogoverno, corruzione e forse anche spionaggio politico, per i quali è oggi sotto accusa).
Più in generale, è evidente come manchi ancora in Italia una chiara politica unitaria di informazione, sicurezza e controspionaggio, per la grave debolezza istituzionale del Cesis, che non ha alcuna reale autorità sulle due branche operative, di cui pure è nominalmente responsabile il presidente del consiglio.
Esiste già un ampio patrimonio di riflessioni e di proposte su cui lavorare con rapidità, che possono consentire una riforma significativa e senza grandi traumi.
Molti sono favorevoli alla pura e semplice unificazione dei servizi e alla costituzione di un'agenzia autonoma sia dal dicastero della difesa che da quello dell'interno, dipendente direttamente dalla presidenza del consiglio.
Questa formula (tentata ad esempio dagli Usa quando venne creata la Central Intelligence Agency) non sembra però un toccasana, perché in realtà ambedue quei dicasteri, per le loro responsabilità istituzionali, hanno un grande bisogno di attività informative modulate sui loro bisogni.
Per cui, la creazione di una Cia italiana finirebbe probabilmente col portare alla creazione di altri servizi paralleli e ministeriali, ancora più segreti e incontrollabili.
Meglio invece perseguire una strada di reale coordinamento, lasciando Sismi e Sisde nelle loro collocazioni attuali, ma accrescendo decisamente i poteri decisionali e di controllo del Cesis, con l'obiettivo di arrivare ad un'accentuata specializzazione di funzioni e di missioni tra le due branche operative (oltre che all'eliminazione di doppioni e competizioni improprie).
Per voler essere più sicuri e moderni, si potrebbe anche ricondurre al vertice, al Cesis e alla presidenza del consiglio, le attività di valutazione complessiva dei dati e di consulenza informativa e di sicurezza del governo: cosa che darebbe al Cesis una ragione in più per conoscere nel dettaglio le attività delle due agenzie specialistiche.
Se poi, ad una simile riforma, si riuscisse anche ad aggiungere un aggiornamento operativo delle attività decisionali della presidenza del consiglio, con semplici accorgimenti tecnici e funzionali già largamente studiati, il tutto sarebbe certo molto più efficace, controllabile e democratico di quanto oggi non sia.
Nelle prime battute della giornata di ieri il listino ha picchiato ancora verso il basso (alle 11 e 30 il Mibtel cedeva l'1,57%), complici l'assenza di compratori, le vendite dell'estero e le manovre ricondotte da qualcuno a un importante gruppo finanziario.
Gli ordini di vendita stranieri hanno imboccato la strada che riporta al di là del confine e nei terminali hanno cominciato ad affluire le proposte di negoziazione in acquisto.
Il listino si è così progressivamente risollevato, con scambi in recupero oltre i 1.150 miliardi, e il Mibtel ha chiuso la giornata in rialzo dello 0,55% (0,41% il Mib, che registrando i prezzi ufficiali media le quotazioni di tutta la seduta).
Protagoniste indiscusse le Fiat, sulla scia delle voci di incentivi al mercato dell'auto e dopo un'apertura al ribasso come quella del resto del listino.
Accanto alle molte perplessità suscitate dalla sua proposta di coinvolgere la regione siciliana nella lotta alla mafia, ieri si è innescato anche l'attacco sui servizi segreti dell'ex capo dello stato Francesco Cossiga.
Si tratta di una parte di quel gruppo di oltre settanta persone che, secondo le denunce degli ex <007> del Sisde Maurizio Broccoletti, Riccardo Malpica e Giovanni Galati, avrebbero ricevuto mensilmente dal servizio segreto somme varianti da uno a dodici milioni di lire.
Le richieste formulate dalla procura non riguardano le posizioni dei prefetti Umberto Improta, Mario Jovine e Antonio Lattarulo, perché l'esame della loro posizione richiede a giudizio dei magistrati un ulteriore approfondimento.
La lista delle persone per le quali si chiede il processo comprende nomi di rilievo, tra cui l'ex ministro della difesa Salvo Andò, e ci sarebbero anche alcuni magistrati della corte dei conti i quali, secondo l'accusa, non avrebbero svolto con il dovuto rigore i controlli demandati loro istituzionalmente, finendo anzi sul libro paga del servizio.
Tornando ai temi politici legati al Ministero degli Interni e alla lotta alla criminalità organizzata, Maroni ha confermato ieri la fiducia a una rosa di collaboratori, , tra cui il capo della polizia Vincenzo Parisi, i quali, ha detto, , dandosi poi tre settimane per conoscere le questioni legate al ministero.
Molte le perplessità, invece, sollevate dalla proposta del responsabile del Viminale di impegnare direttamente la regione siciliana nella lotta alla mafia.
Nel corso di una conferenza stampa, Maroni ha spiegato che la sua era stata solo una richiesta di maggiore coinvolgimento della regione la quale, secondo il proprio statuto, ha competenza primaria sulle autonomie locali.
Senza aiuto dell'ente regionale, secondo il ministro, sarebbe difficile aiutare i sindaci che, specialmente quelli eletti con la nuova legge, stanno assumendo posizioni nette contro la mafia.
E non a caso nella mattinata di ieri è avvenuto l'incontro al Quirinale del capo dello stato, affiancato da Maroni, con il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e con altri sindaci della stessa provincia.
Infine i recenti episodi di intolleranza: il ministro ha dichiarato l'impegno contro i gruppi politici dell'estremismo violento che va considerato unitariamente, senza distinzione di colore politico, perché .
Sul risveglio delle formazioni extraparlamentari ecco i numeri forniti dal prefetto: 12.114 persone censite, in 570 sedi, per l'arcipelago di sigle che va dall'autonomia operaia agli anarchici; l'estremismo di destra, suddiviso in tre tronconi, è di .
Di ordine pubblico se ne parlerà oggi per la prima volta nel nuovo parlamento dove il ministro è chiamato a rispondere a diverse interrogazioni provenienti da maggioranza e opposizione.
Sui farmaci dice che in prospettiva la classe c (a carico dei cittadini) potrebbe essere ristretta, mentre considera la delibera del Cipe sui prezzi medi europei.
E poi stringe i cordoni della borsa sul ripiano dei 18 mila miliardi di debiti delle Usl, mentre frena ancora sul ruolo dei privati nell'assistenza sanitaria: .
Appena tornato sulla poltrona di ministro della sanità, Raffaele Costa promette per il momento piccoli cambiamenti anche se, è evidente, dovrà misurarsi con una maggioranza che ha forse altre idee.
Ministro, come ha ritrovato la sanità, un anno dopo? ho trovato provvedimenti sicuramente innovativi e alcuni settori in parte riordinati, come quello dei farmaci.
Tanto che in qualche momento mi sento scoraggiato, soprattutto davanti agli episodi di questi giorni di ricoveri e di prestazioni 'difficili' o impossibili.