Avevo già fatto un disco inglese e stava per uscire Transa, quando il boss della compagnia discografica Paramount, anche produttore cinematografico, decise che dovevo assolutamente essere io il San Francesco del film di Zeffirelli, cosa che non è mai avvenuta.
Quest'anno è il coronamento del mio rapporto davvero speciale con l'Italia: Lucio Dalla mi ha invitato a Napoli per il suo show televisivo, vorrebbe anche produrre un mio album per il mercato italiano, e adesso vivo l'incanto di Perugia.
Il 'qui' di cui parla, al telefono, Alessandro Cecchi Paone, è un albergo discreto di Porto Cervo, in Sardegna, dove il conduttore televisivo si trova da martedì scorso 'e fino a lunedì prossimo, per festeggiare il mio secondo anniversario di matrimonio'.
Cecchi Paone smentisce dunque quanto pubblicato ieri dal Corriere della Sera e cioè di aver firmato il passaggio alla Fininvest, con la carica di vicedirettore del Tg 4 ma senz'obbligo di frequenza, vale a dire che il suo diretto superiore non sarà Emilio Fede e che in sua assenza non sarà lui a dialogare con Paolo Brosio in diretta e il tribunale di Milano come sfondo.
Sottratto per qualche momento al mare e al sole della Sardegna (e alla moglie), Cecchi Paone conferma che le trattative sono effettivamente in corso, ma che di qui alla firma ce ne corre, del resto il suo Avvocato Francesco Assumma su queste cose ci va con i piedi di piombo.
E se si arriva alla firma, la rai sarà la prima a saperlo: la seconda rete, la direzione generale, la direzione del personale, tutti quelli con cui ho lavorato in tutti questi anni'.
E infatti conferma indirettamente le voci che lo vogliono conduttore di programmi di approfondimento giornalistico, praticamente una nuova versione della 'cronaca in diretta': 'non andrei mai al Tg 4' dice lui, 'né vorrei pestare i piedi a nessuno'.
O quasi: perché il timore di infastidire Gianfranco Funari un pò ce l'ha, nonostante la grande diversità fra i due personaggi e i rispettivi programmi: 'questa mia trattativa con la Fininvest' dice Cecchi Paone, 'ha scatenato voci, Boatos e notizie esagerate o appunto inventate come quella del contratto già siglato'.
E per quella data, Funari spera anche di aver discusso i suoi futuri destini con i vertici di rete 4, e di poter quindi dire la sua con distacco o fuor dai denti a seconda di come saranno andate le proprie trattative:
A Raidue, intanto, è come se il trasloco del conduttore bravo ragazzo sia cosa fatta: il direttore Gabriele la Porta conferma che sono pronti a far scendere in pista Enrica Bonaccorti, ma che prima vuol sentire gli autori di 'cronaca in diretta' perché con lei il programma prenderà tutt'altra piega, diventerà altra cosa.
In sostanza: oltre alla Bonaccorti - che, dicono a Raidue, è raggiante per questa opportunità - ci sono altri candidati e nelle prossime settimane si vedrà.
Copenaghen - Alba Parietti ha difeso, in una intervista trasmessa giovedì sera dalla tv danese, e ieri da quella svedese, la libertà delle donne italiane di denudarsi davanti ai telespettatori.
La Parietti, che si definisce ex femminista, ha accusato le donne italiane di non essersi evolute sul piano della solidarietà, di non aver ancora sviluppato un sentimento comune 'di categoria'.
Davanti alla divertita intervistatrice, la giornalista danese Lisbet Davidsen, Alba Parietti ha anche affermato che l'uomo italiano non è cambiato: 'è ancora maschilista e mammone'.
Roma - un'iniziativa 'cinica e diseducativa': questo il giudizio dei deputati progressisti, Boghetta, Rizzo, De Murtas e Vendola, in una interrogazione al ministro delle poste contro 'generale per una sera', la trasmissione che Raiuno manda in onda da ieri.
Il programma propone un ciclo di film dedicati alle grandi battaglie degli ultimi due secoli, al termine dei quali ospiti noti al pubblico, rileggono gli episodi storici con un gioco di simulazione.
Nell'interrogazione si ricordano le recenti immagini di Srebenica e si sostiene che il programma 'in questo drammatico contesto presuppone una adesione ad una cultura della guerra, tale da poterci giocare come se niente fosse'.
Otto anni e sei mesi per il pentito Maurizio Abbatino, che con le sue confessioni ha consentito di stabilire che la banda, dopo il rapimento, uccise il nobile romano.
La condanna a vita è stata chiesta per Antonio Montegrande, Giorgio Paradisi, Marcello Colafigli, Emidio Castelletti (tutti della banda della Magliana), Enrico Mariotti, Tobia Stefano, Francesco De Gennaro, Franco Catracchi, Renzo Danesi e Giovanni Piconi (gli ultimi tre, esponenti della banda di Montespaccato).
per Abbatino, che prima di essere arrestato e di decidere di collaborare con l'autorità giudiziaria era uno dei più noti malviventi della capitale, il pm ha chiesto la condanna a otto anni e sei mesi di reclusione.
È stato lui, infatti, a rivelare tutti i retroscena della vicenda, a cominciare dall'organizzazione del sequestro, avvenuto lungo la Via Salaria, alle porte di Roma.
Sostenendo davanti ai giudici della seconda corte di assise la responsabilità degli imputati, il pm ha dato ampio credito alle dichiarazioni di Abbatino, che ritiene pienamente affidabile, visto che ha anche ammesso la sua posizione nella banda.
Abbatino, che ha dato tutta una serie di indicazioni sulla base delle quali è stata sostenuta l'accusa, per il pm è 'pienamente affidabile', anche se nel corso del dibattimento sono state messe in luce alcune discordanze per quanto riguarda le telefonate fatte alla famiglia del rapito per tenere i contatti e alla fine ottenere il riscatto.
Di Corrado Zunino tacconi di sughero da dieci centimetri sulle stesse piastrelle dove Sofia, 4 anni e mezzo, camminò il giorno prima per mano a Dworak, bambinaia di 24.
E lunghi abiti da sera, alta moda costosa ed elegante, che sfiorano gli angoli di quella piscina maledetta, profonda un metro e venti ai bordi, tre metri là dove sono annegate la bimba e la sua baby-sitter polacca.
Già, il giorno dopo la morte di quella bimba bionda e alta, figlia di una critica d'arte bulgara e di un professore del liceo 'De Amicis', la piscina resta lontana dai percorsi dei clienti.
Poco più in là, ecco la vasca piccola: 'lì la ragazza polacca non andava mai', racconta Alberto Franchellucci, bagnino manager del 'miraggio', 134 cabine, 13 dipendenti.
Quella ragazza dell'Est, volto pallido, da due anni almeno si vedeva allo stabilimento: 'credo che vivesse nella villa dei Pietroiusti anche d'inverno.