Per quanto riguarda la sicurezza invece sono piuttosto scettico in quanto la sicurezza in Svezia non è sostanzialmente diversa dalla sicurezza in Germania, in Italia o in Austria.
Nel caso in cui questo tipo di flessibilità dovesse dare adito a un'insufficiente regolamentazione in alcuni paesi occorrerà procedere a una ulteriore armonizzazione.
Signor presidente, desidero innanzi tutto congratularmi con il relatore onorevole Koch per il magnifico lavoro e la proficua collaborazione instaurata con la commissione per migliorare i testi e presentare la relazione nonché la proposta;
alla fine c'è un unico emendamento, relativo alle prescrizioni applicabili all'esame attitudinale dei consulenti per la sicurezza dei trasporti di merci pericolose su strada, per ferrovia e per via navigabile.
A nostro avviso, sono importanti la collaborazione e il lavoro svolto insieme dalle due istituzioni - parlamento e commissione - e la collaborazione esistente con la commissione per la politica regionale, e in particolare con il gruppo trasporti, è straordinaria.
La posizione comune riprende praticamente tutti gli emendamenti accolti dalla commissione ed armonizza le prescrizioni minime applicabili all'esame di consulente per la sicurezza:
in seconda lettura, possiamo pertanto accettare l'emendamento relativo alla data di recepimento proposta, molto più realistica rispetto a quella avanzata inizialmente dalla commissione, visto che sono già vari anni che discutiamo della questione.
Desidero inoltre ringraziare brevemente i vari deputati per i loro interventi e dire loro che per la commissione la sicurezza è una priorità nell'ambito dei trasporti.
Questa settimana terremo in questa sede un dibattito sulla sicurezza del trasporto marittimo, in seguito alla catastrofe dell'Erika, e nel corso di quest'anno dovremo discutere degli obiettivi in materia di sicurezza del trasporto aereo.
Come avrò modo di dichiarare nel corso del dibattito sull'Erika, non aspettiamo una catastrofe per dedicarci all'esame della questione della sicurezza, ma vi lavoriamo a prescindere da questi avvenimenti, che non fanno altro che dimostrare quanto sia urgente dare una risposta efficace a questo tipo di problemi.
L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0104 / 1999) presentata dall'onorevole Koch a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo sulla proposta di direttiva del parlamento europeo e del consiglio [Com (1999) 158-C5-0004/1999-1999/0083 (Cod)] che modifica la direttiva 94 / 55 / Ce concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada.
Signor presidente, signora commissario, onorevoli colleghi, la direttiva entrata in vigore il 1º gennaio 1997 concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli stati membri relative al trasporto di merci pericolose su strada contiene alcune norme transitorie la cui validità è a termine e dipende dalla conclusione di alcuni lavori di normazione da parte del CEN, il comitato europeo di normalizzazione.
Un mancato intervento da parte dell'Unione Europea obbligherebbe gli stati membri a modificare le proprie disposizioni legislative nazionali per un breve periodo, ovvero fino alla conclusione dei lavori del Cen, il che comporterebbe inutili costi e incertezze.
La modifica della direttiva oggi in discussione non implica la modifica dell'armonizzazione attualmente vigente all'interno della comunità delle norme in materia di trasporto di merci pericolose.
Essa si limita a prolungare le norme transitorie rinviando le scadenze, a eliminare le disposizioni ritenute ormai obsolete e a disciplinare le procedure nei seguenti casi:
b) emanazione di norme nazionali meno severe, in particolare per quanto riguarda il trasporto di quantitativi molto ridotti di merci pericolose in ambito locale chiaramente definito.
La commissione stabilisce se gli stati membri possano emanare determinate disposizioni, assistita in questo compito da un comitato di esperti nel settore delle merci pericolose ai sensi della procedura legislativa.
Le modalità per l'esercizio di tali competenze di esecuzione da parte della commissione sono state riviste con una decisione del consiglio del giugno 1999 .
La proposta di direttiva concernente il trasporto di merci pericolose su strada oggi in discussione risale tuttavia al maggio 1999 e, pertanto, non ha potuto tenere conto della procedura di comitatologia attualmente vigente.
Gli emendamenti presentati e approvati all'unanimità in sede di commissione fanno riferimento in due casi alla suddetta procedura di comitatologia recentemente modificata.
Intendiamo assicurare che tale riferimento figuri già nei considerando e che il termine stabilito in modo inequivocabile entro il quale il consiglio deve prendere una decisione venga fissato al massimo entro tre mesi.
Un altro emendamento consente agli stati membri di stabilire requisiti più rigorosi, soprattutto per le cisterne qualora la temperatura ambiente alla quale si lavora e si effettuano i trasporti sia di solito inferiore a -20º.
Un ultimo emendamento si propone di consentire che continuino ad essere utilizzati per il trasporto nazionale cisterne e veicoli immatricolati nel periodo compreso fra il 1º gennaio 1997 e l'entrata in vigore della direttiva, la cui costruzione e manutenzione sia in linea con i requisiti della stessa direttiva.
Vorrei commentare brevemente la proposta presentata dalla commissione in merito alla modifica della direttiva sul trasporto su strada delle merci pericolose.
altrimenti gli stati membri sarebbero costretti a modificare le proprie leggi nazionali per un periodo di tempo estremamente breve e ciò comporterebbe solamente costi aggiuntivi e, ancora una volta, accrescerebbe l'irritazione dei cittadini verso la burocrazia dell'Ue.
Ho ritenuto pertanto opportuno proporre alcuni emendamenti da inserire nell'eccellente relazione dell'onorevole Koch, che sono stati approvati in sede di commissione.
Entrando nel merito, ritengo che i cittadini europei debbano poter essere certi che i trasporti in Europa su strada, per ferrovia o con altri mezzi, avvengano in condizioni di massima sicurezza, anche nel caso in cui si tratti di merci pericolose.
Il relatore, onorevole Koch, al quale esprimiamo la nostra gratitudine per il lavoro svolto, ha fatto rilevare che avrebbero già potuto essere compiuti alcuni progressi se non si fossero verificati ritardi nei lavori del Cen dovuti alla lentezza nell'elaborazione e nel ravvicinamento della direttiva.
Non ci resta dunque che sperare - entro questa settimana dovremmo decidere il tutto - che nel 2001 possiamo finalmente disporre di norme comunitarie in materia di trasporto di merci pericolose su strada, beneficiando in tal modo sia di una maggiore certezza del diritto che di una maggiore sicurezza sulle nostre strade.
La maggior parte degli emendamenti sono di carattere squisitamente tecnico, ma vale comunque la pena di ricordare come, ogni volta che assumiamo decisioni di questo tipo, noi operiamo a favore dell'ambiente in senso lato, con il vantaggio di creare condizioni migliori per il corretto funzionamento del mercato interno.
Sull'intero territorio dell'unione vengono trasportati notevoli quantitativi di merci pericolose, che transitano sulle strade, sulle ferrovie e attraverso i porti.
Se si desidera, infatti, che il mercato interno dei trasporti possa funzionare adeguatamente, diviene allora importante non soltanto dotarsi di regole, ma anche assicurare che tali regole siano, nel massimo grado possibile, regole comuni.
Signor presidente, vorrei ringraziare non soltanto il collega, onorevole Koch, ma anche la vicepresidente della commissione per aver riconosciuto in modo tanto chiaro ed inequivocabile l'importanza della sicurezza nel settore dei trasporti e la priorità della sicurezza.
E' infatti evidente che anche nel caso in cui all'interno dell'Unione Europea venissero adottate norme pienamente adeguate, i mezzi di trasporto non si fermerebbero ai suoi confini.
Se la signora commissario non è in grado di farlo oggi, sarebbe comunque disposta a informare per iscritto la commissione parlamentare sullo stato delle cose e sullo stato dei negoziati fra Cen e commissione economica?
Ci rammarichiamo tutti che il comitato europeo di normalizzazione (Cen) non sia riuscito a concludere entro il termine richiesto la modifica delle norme necessarie per giungere a un'armonizzazione adeguata in seno all'Unione Europea.
Questo dibattito e la modifica della direttiva attualmente in vigore ci permettono di tener conto di differenze di fatto che testimoniano la diversità della nostra Europa.
Credo che si debba tener conto di circostanze materiali, che dimostrano la varietà climatica dell'Unione Europea e che poi si traducono talvolta in specifiche e requisiti concreti, quando si tratta di formulare normalizzazioni o caratteristiche di tipo tecnico.
A proposito di quanto ha detto l'onorevole Swoboda sull'attività del Cen, stiamo sollecitando affinché i lavori vengano accelerati al massimo, in quanto sarebbe terribile se, nonostante la nuova scadenza, tra poco più di un anno ci ritrovassimo di fronte alle stesse difficoltà perché non l'hanno concluso.
Infine, signor presidente, sono già stati segnalati i problemi fondamentali che giustificano la modifica della direttiva, abbiamo menzionato il ritardo del Cen, la modifica di talune norme, la coerenza tra il testo della direttiva e il contenuto degli allegati, la necessità di una maggiore precisione.
Tutti i contributi della commissione parlamentare e del relatore, onorevole Koch, tradotti in vari emendamenti, che sono concretamente quattro, sono stati accolti dalla commissione.
L'ordine del giorno reca la relazione (A5-0108 / 1999) presentata dalla onorevole Schroedter a nome della commissione per la politica regionale, i trasporti e il turismo sulla comunicazione della commissione relativa ai fondi strutturali e al coordinamento con il fondo di coesione - Linee direttrici per i programmi del periodo 2000-2006 [Com (1999) 344-C5-0122/1999-1999/2127 (Cos)].
Signor presidente, è per me un particolare piacere poter tenere il mio primo intervento al parlamento europeo sul tema considerato il più importante nella regione del Regno Unito che io rappresento in questo parlamento, il Galles.
E' dunque ovvio che molti in Galles guardino al programma europeo dei fondi strutturali come alla soluzione per alleviare alcuni dei più gravi problemi che indubbiamente siamo chiamati ad affrontare.