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346 A. XXXIII. Dopisy Karla ze Zerotína

iu corte con gli Ongheri e Turchi; da quella poi prevedendosi manifestamente la ruina che a tutti questi paesi soprastava dalla continuatione della guerra, si & venuto à pensare agli rimedii, con i quali si potesse rompere questo disegno, che vie pin et più cresceva nell animo dell imp[eratore] di ritornar' alle armi. Il principio fatto dall arciduca Matthias, il quale dubitando et non senza gravissime cagioni, che gli Ongheri disperati della pace non si sollevassero di nuovo et si facessero un Re a sua posta et che la casa d'Austria per questa non venisse a perdere un tanto reame, guadagnatisi prima gli Austriaci, i quali ricevuti grandissimi danni dalle scorrerie et saccheggiamenti del anno 1605, temevano di nuova ruina, si e colligato con gli Ongheri reciprocamente a mantenimento della pace contra chiunque la vo- lesse distorbare. Onde gli Ongheri assicurati da quella banda, per rendersi sicuri di noi anchora, hanno scritto alle provinicie di Bohemia, Moravia, Silesia et ad alcuni particolari, et tragli altri a me anchora, avvisandoci di questa lega et pregando di volerne interporre apresso la Maestà Cesarea a non violare la fede data et man- tenerli quello gli e stato tanto solennemente promesso con intervento ct obligatione delli deputati di tutte queste provincie, adducendo l’esempio del Re Wladislao, il quale pago con la perdita della propria vita et uccisione di tutto l’esercito suo l’havere rotto la fede a Daiazeth, Re di Turchi, mentre chD'esli occupato altrove, non poteva attendere alla guerra de Ongheria. Ma tutto questo è stato preso ma- lissimo in corte, et in luogo che un tal mezzo doveva servire ad allentar ed inte- pidir eli dissegni della guerra, ha servito ad accenderli. Onde noi vedendoci in mezzo degli Ongheri, Austriaci et Dohemi, et comprendendo che tutto lo peso della guerra doveva cascare sopra di noi, habbiamo deliberato di supplicare a Sua Macsta a voltar l'animo agli pensieri et consigli della pace per la conservatione et beno- ficio de' suoi paesi; et con questa intentione comparve agli 7 di questo il Sr. Carlo di Lichtenstein accompagnato da cirea 60 baroni et gentilhuomini de" principali del paese nella sala del consiglio, ove dato lo raguaglio dello stato nel qual eravamo, prego il capitano del paese (che hora č il Berka) et gli altri del consiglio, a esser intromesso con la compagnia nel luogo, dove sogliamo a sedere, come Lei sa. per deliberare con noi, di quanto s'havea a fare per ovviar' a tanti peri[co]li: ma esso Berka havendo altri fini in capo ch' il bene publico, lo ricusó, onde e seguito un grandissimo contracto che ha durato duoi giorni, et finalmente, doppo fatto il pro- testo publicamente, ci siamo separati da lui; et havendo havuti avvisi d'importanza, come si cercava di metterci la mano a dosso, ci siamo partiti da Bruna in gran- dissima compagnia et ritiratici a Austerlicz, dove habbiamo tenuto consiglio tre giorni, scritto al Imp. accusato i| Derka, dimandato un altro capitano et chiesta la confirmatione dela pace, et per la securtà nostra habbiamo assoldati mille cavalli per difenderci dalli soldati stranieri ch'il Derka ha introdotto secretamente nel


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