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Fol. 462

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Fol, 46b

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principio é (sic) assai piü facile l'accusare i costumi che le leggi.
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Non sono questi di tal terrore che possono promettere l'innocentia
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nella moltitudine assai operano mentre mediante loro non manca
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lo spavento all audacia, et al debito di castigo. Per supposto questo
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io voglio con occasione del suo esordio rompere i denti à Vicleffo
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con un altra pietra del Giordano esagera l’inosservanza di Roma.
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quando anco questo in qualche parte si verificasse che Roma
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sia il bide (sic). Diciamo, che fundaccio tassó altissimus, con tutto ció
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si confessa che homo, et homo commoratur in ea huomini non
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santificati nell'utero, non confermali in gratia, et huomini bisognosi
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di riprensione, e spesso de pena che conducerai di qua? Altro dis-
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petto tu sei pur necessitato a confessare, che in. Roma sarebbe
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biasmevole non l'instituto, la trangressione sentite, che aviso
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inaspettato a Vicleffo dunque dispiacciono quelle che di subediscono
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à Roma ci accorgeremo, ecco! / dispiaciono ancora à noi, e dispia-
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ciono talmente, che si puó conoscere l'ira della chiesa nella gra-
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vezza del castigo. Mostri (sic) quantità di delitti? Ci rammenti la
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miseria del huomo, il mancamento di correctioni sarebbe colpa di
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magistrato per che una patienza perni ciosa, e quasi equivalente ad
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un consenso iniquo. Hora in quelle mercantie sacrileghe non si
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tralascia certo da Roma il veridicace il bid quai a chi restasse con-
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vinto in un tribunale per venditori di sacramenti. Non solo perdi-
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rebbe la robba, la riputatione esitiato (sic) dal commertio, frustato
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dalla fama. Quando poi questi latrocinii non possono accursarsi
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nel fore, si tormentano nel cuore si penitentiano i fraudolenti nelli
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confessionarii si spaventano sopra i pulpiti, coinquietati dallo scru-
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pulo, odono continuamente intonarsi dentro all'orecchie quella sen-
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tenza condennatoria della venalità abbominata ,gratis accep[is]tis,
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gratis date*.
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Capo 9.

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Hai spiritu d'eloquenza, hai fulmini di zelo, o Vicleffo! Non so
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lamente si ricusa il tuo aiuto anzi si implora compatisci sopra
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i pulpiti di Roma, che se lodando li leggi detesterai le transgressi-
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oni, tisi muterà i nomi di maligno zelante potrebbe à questo invito
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risponder Vicleffo. Io parlare in Roma dove alla liberta / si divido-
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no le fauci con i capeatri (sic). O, mentitore! e dove sogni che se
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n'impedisca la libertà delle riprensione contro all'ostinatoine de
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peccati? Vi si interdice la malignità contro alla prelatura anzi forte
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troppo vi si comperta vi si castiga l'impietà contro à Dio ma la
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libertà contro il vitio? Mentecato, e non sai che in Roma sono de-
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dicati gli altri a S. Girolamo, ed i S. Bernardo, epure Girolamo

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