Sentence view
Universal Dependencies - Italian - Old
Language | Italian |
---|---|
Project | Old |
Corpus Part | test |
Text: -
showing 101 - 200 of 338 • previous • next
[1]
tree
s-101
OldItalian_Dante_Inferno-1154
Io non so chi tu se' né per che modo venuto se' qua giù; ma fiorentino mi sembri veramente quand'io t'odo.
[2]
tree
s-102
OldItalian_Dante_Inferno-1155
Tu dei saper ch'i' fui conte Ugolino, e questi è l'arcivescovo Ruggieri: or ti dirò perché i son tal vicino.
[3]
tree
s-103
OldItalian_Dante_Inferno-1156
Che per l'effetto de' suo' mai pensieri, fidandomi di lui, io fossi preso e poscia morto, dir non è mestieri; però quel che non puoi avere inteso, cioè come la morte mia fu cruda, udirai, e saprai s'e' m'ha offeso.
[4]
tree
s-104
OldItalian_Dante_Inferno-1157
Breve pertugio dentro da la Muda, la qual per me ha 'l titol de la fame, e che conviene ancor ch'altrui si chiuda, m'avea mostrato per lo suo forame più lune già, quand'io feci 'l mal sonno che del futuro mi squarciò 'l velame.
[5]
tree
s-105
OldItalian_Dante_Inferno-1158
Questi pareva a me maestro e donno, cacciando il lupo e ' lupicini al monte per che i Pisan veder Lucca non ponno.
[6]
tree
s-106
OldItalian_Dante_Inferno-1159
Con cagne magre, studiose e conte Gualandi con Sismondi e con Lanfranchi s'avea messi dinanzi da la fronte.
[7]
tree
s-107
OldItalian_Dante_Inferno-1160
In picciol corso mi parieno stanchi lo padre e ' figli, e con l'agute scane mi parea lor veder fender li fianchi.
[8]
tree
s-108
OldItalian_Dante_Inferno-1161
Quando fui desto innanzi la dimane, pianger senti' fra 'l sonno i miei figliuoli ch'eran con meco, e dimandar del pane.
[9]
tree
s-109
OldItalian_Dante_Inferno-1162
Ben se' crudel, se tu già non ti duoli pensando ciò che 'l mio cor s'annunziava; e se non piangi, di che pianger suoli?
[10]
tree
s-110
OldItalian_Dante_Inferno-1163
Già eran desti, e l'ora s'appressava che 'l cibo ne solea essere addotto, e per suo sogno ciascun dubitava; e io senti' chiavar l'uscio di sotto a l'orribile torre; ond'io guardai nel viso a' mie' figliuoi sanza far motto.
[11]
tree
s-111
OldItalian_Dante_Inferno-1164
Io non piangea, sì dentro impetrai: piangevan elli; e Anselmuccio mio disse: “Tu guardi sì, padre! che hai?”.
[12]
tree
s-112
OldItalian_Dante_Inferno-1165
Perciò non lacrimai né rispuos'io tutto quel giorno né la notte appresso, infin che l'altro sol nel mondo uscìo.
[13]
tree
s-113
OldItalian_Dante_Inferno-1166
Come un poco di raggio si fu messo nel doloroso carcere, e io scorsi per quattro visi il mio aspetto stesso, ambo le man per lo dolor mi morsi; ed ei, pensando ch'io 'l fessi per voglia di manicar, di sùbito levorsi e disser: “Padre, assai ci fia men doglia se tu mangi di noi: tu ne vestisti queste misere carni, e tu le spoglia”.
[14]
tree
s-114
OldItalian_Dante_Inferno-1167
Queta' mi allor per non farli più tristi; lo dì e l'altro stemmo tutti muti; ahi dura terra, perché non t'apristi?
[15]
tree
s-115
OldItalian_Dante_Inferno-1168
Poscia che fummo al quarto dì venuti, Gaddo mi si gittò disteso a' piedi, dicendo: “Padre mio, ché non m'aiuti?”.
[16]
tree
s-116
OldItalian_Dante_Inferno-1169
Quivi morì; e come tu mi vedi, vid'io cascar li tre ad uno ad uno tra 'l quinto dì e 'l sesto; ond'io mi diedi, già cieco, a brancolar sovra ciascuno, e due dì li chiamai, poi che fur morti.
[17]
tree
s-117
OldItalian_Dante_Inferno-1170
Poscia, più che 'l dolor, poté 'l digiuno».
[18]
tree
s-118
OldItalian_Dante_Inferno-1171
Quand'ebbe detto ciò, con li occhi torti riprese 'l teschio misero co' denti, che furo a l'osso, come d'un can, forti.
[19]
tree
s-119
OldItalian_Dante_Inferno-1172
Ahi Pisa, vituperio de le genti del bel paese là dove 'l sì suona, poi che i vicini a te punir son lenti, muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'elli annieghi in te ogne persona!
[20]
tree
s-120
OldItalian_Dante_Inferno-1173
Ché se 'l conte Ugolino aveva voce d'aver tradita te de le castella, non dovei tu i figliuoi porre a tal croce.
[21]
tree
s-121
OldItalian_Dante_Inferno-1174
Innocenti facea l'età novella, novella Tebe, Uguiccione e 'l Brigata e li altri due che 'l canto suso appella.
[22]
tree
s-122
OldItalian_Dante_Inferno-1175
Noi passammo oltre, là 've la gelata ruvidamente un'altra gente fascia, non volta in giù, ma tutta riversata.
[23]
tree
s-123
OldItalian_Dante_Inferno-1176
Lo pianto stesso lì pianger non lascia, e 'l duol che truova in su li occhi rintoppo, si volge in entro a far crescer l'ambascia; ché le lagrime prime fanno groppo, e sì come visiere di cristallo, riempion sotto 'l ciglio tutto il coppo.
[24]
tree
s-124
OldItalian_Dante_Inferno-1177
E avvegna che, sì come d'un callo, per la freddura ciascun sentimento cessato avesse del mio viso stallo, già mi parea sentire alquanto vento; per ch'io: «Maestro mio, questo chi move? non è qua giù ogne vapore spento?».
[25]
tree
s-125
OldItalian_Dante_Inferno-1178
Ond'elli a me: «Avaccio sarai dove di ciò ti farà l'occhio la risposta, veggendo la cagion che 'l fiato piove».
[26]
tree
s-126
OldItalian_Dante_Inferno-1179
E un de' tristi de la fredda crosta gridò a noi: «O anime crudeli tanto che data v'è l'ultima posta, levatemi dal viso i duri veli, sì ch'io sfoghi 'l duol che 'l cor m'impregna, un poco, pria che 'l pianto si raggeli».
[27]
tree
s-127
OldItalian_Dante_Inferno-1180
Per ch'io a lui: «Se vuo' ch'i' ti sovvegna, dimmi chi se', e s'io non ti disbrigo, al fondo de la ghiaccia ir mi convegna».
[28]
tree
s-128
OldItalian_Dante_Inferno-1181
Rispuose adunque: «I' son frate Alberigo; i' son quel da le frutta del mal orto, che qui riprendo dattero per figo».
[29]
tree
s-129
OldItalian_Dante_Inferno-1182
«Oh!», diss'io lui, «or se' tu ancor morto?».
[30]
tree
s-130
OldItalian_Dante_Inferno-1183
Ed elli a me: «Come 'l mio corpo stea nel mondo sù, nulla scienza porto.
[31]
tree
s-131
OldItalian_Dante_Inferno-1184
Cotal vantaggio ha questa Tolomea, che spesse volte l'anima ci cade innanzi ch'Atropòs mossa le dea.
[32]
tree
s-132
OldItalian_Dante_Inferno-1185
E perché tu più volontier mi rade le 'nvetriate lagrime dal volto, sappie che, tosto che l'anima trade come fec'io, il corpo suo l'è tolto da un demonio, che poscia il governa mentre che 'l tempo suo tutto sia vòlto.
[33]
tree
s-133
OldItalian_Dante_Inferno-1186
Ella ruina in sì fatta cisterna; e forse pare ancor lo corpo suso de l'ombra che di qua dietro mi verna.
[34]
tree
s-134
OldItalian_Dante_Inferno-1187
Tu 'l dei saper, se tu vien pur mo giuso: elli è ser Branca Doria, e son più anni poscia passati ch'el fu sì racchiuso».
[35]
tree
s-135
OldItalian_Dante_Inferno-1188
«Io credo», diss'io lui, «che tu m'inganni; ché Branca Doria non morì unquanche, e mangia e bee e dorme e veste panni».
[36]
tree
s-136
OldItalian_Dante_Inferno-1189
«Nel fosso sù», diss'el, «de' Malebranche, là dove bolle la tenace pece, non era ancor giunto Michel Zanche, che questi lasciò il diavolo in sua vece nel corpo suo, ed un suo prossimano che 'l tradimento insieme con lui fece.
[37]
tree
s-137
OldItalian_Dante_Inferno-1190
Ma distendi oggimai in qua la mano; aprimi li occhi».
[38]
tree
s-138
OldItalian_Dante_Inferno-1191
E io non gliel'apersi; e cortesia fu lui esser villano.
[39]
tree
s-139
OldItalian_Dante_Inferno-1192
Ahi Genovesi, uomini diversi d'ogne costume e pien d'ogne magagna, perché non siete voi del mondo spersi?
[40]
tree
s-140
OldItalian_Dante_Inferno-1193
Ché col peggiore spirto di Romagna trovai di voi un tal, che per sua opra in anima in Cocito già si bagna, e in corpo par vivo ancor di sopra.
[41]
tree
s-141
OldItalian_Dante_Inferno-1194
«Vexilla regis prodeunt inferni verso di noi; però dinanzi mira», disse 'l maestro mio, «se tu 'l discerni».
[42]
tree
s-142
OldItalian_Dante_Inferno-1195
Come quando una grossa nebbia spira, o quando l'emisperio nostro annotta, par di lungi un molin che 'l vento gira, veder mi parve un tal dificio allotta; poi per lo vento mi ristrinsi retro al duca mio, ché non lì era altra grotta.
[43]
tree
s-143
OldItalian_Dante_Inferno-1196
Già era, e con paura il metto in metro, là dove l'ombre tutte eran coperte, e trasparien come festuca in vetro.
[44]
tree
s-144
OldItalian_Dante_Inferno-1197
Altre sono a giacere; altre stanno erte, quella col capo e quella con le piante; altra, com'arco, il volto a' piè rinverte.
[45]
tree
s-145
OldItalian_Dante_Inferno-1198
Quando noi fummo fatti tanto avante, ch'al mio maestro piacque di mostrarmi la creatura ch'ebbe il bel sembiante, d'innanzi mi si tolse e fé restarmi, «Ecco Dite», dicendo, «ed ecco il loco ove convien che di fortezza t'armi».
[46]
tree
s-146
OldItalian_Dante_Inferno-1199
Com'io divenni allor gelato e fioco, nol dimandar, lettor, ch'i' non lo scrivo, però ch'ogne parlar sarebbe poco.
[47]
tree
s-147
OldItalian_Dante_Inferno-1200
Io non mori' e non rimasi vivo; pensa oggimai per te, s'hai fior d'ingegno, qual io divenni, d'uno e d'altro privo.
[48]
tree
s-148
OldItalian_Dante_Inferno-1201
Lo 'mperador del doloroso regno da mezzo 'l petto uscìa fuor de la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant'esser dee quel tutto ch'a così fatta parte si confaccia.
[49]
tree
s-149
OldItalian_Dante_Inferno-1202
S'el fu sì bel com'elli è ora brutto, e contra 'l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui proceder ogne lutto.
[50]
tree
s-150
OldItalian_Dante_Inferno-1203
Oh quanto parve a me gran maraviglia quand'io vidi tre facce a la sua testa!
[51]
tree
s-151
OldItalian_Dante_Inferno-1204
L'una dinanzi, e quella era vermiglia; l'altr'eran due, che s'aggiugnieno a questa sovresso 'l mezzo di ciascuna spalla, e sé giugnieno al loco de la cresta: e la destra parea tra bianca e gialla; la sinistra a vedere era tal, quali vegnon di là onde 'l Nilo s'avvalla.
[52]
tree
s-152
OldItalian_Dante_Inferno-1205
Sotto ciascuna uscivan due grand'ali, quanto si convenia a tanto uccello: vele di mar non vid'io mai cotali.
[53]
tree
s-153
OldItalian_Dante_Inferno-1206
Non avean penne, ma di vispistrello era lor modo; e quelle svolazzava, sì che tre venti si movean da ello: quindi Cocito tutto s'aggelava.
[54]
tree
s-154
OldItalian_Dante_Inferno-1207
Con sei occhi piangea, e per tre menti gocciava 'l pianto e sanguinosa bava.
[55]
tree
s-155
OldItalian_Dante_Inferno-1208
Da ogne bocca dirompea co' denti un peccatore, a guisa di maciulla, sì che tre ne facea così dolenti.
[56]
tree
s-156
OldItalian_Dante_Inferno-1209
A quel dinanzi il mordere era nulla verso 'l graffiar, che talvolta la schiena rimanea de la pelle tutta brulla.
[57]
tree
s-157
OldItalian_Dante_Inferno-1210
«Quell'anima là sù c'ha maggior pena», disse 'l maestro, «è Giuda Scariotto, che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena.
[58]
tree
s-158
OldItalian_Dante_Inferno-1211
De li altri due c'hanno il capo di sotto, quel che pende dal nero ceffo è Bruto: vedi come si storce, e non fa motto!; e l'altro è Cassio che par sì membruto.
[59]
tree
s-159
OldItalian_Dante_Inferno-1212
Ma la notte risurge, e oramai è da partir, ché tutto avem veduto».
[60]
tree
s-160
OldItalian_Dante_Inferno-1213
Com'a lui piacque, il collo li avvinghiai; ed el prese di tempo e loco poste, e quando l'ali fuoro aperte assai, appigliò sé a le vellute coste; di vello in vello giù discese poscia tra 'l folto pelo e le gelate croste.
[61]
tree
s-161
OldItalian_Dante_Inferno-1214
Quando noi fummo là dove la coscia si volge, a punto in sul grosso de l'anche, lo duca, con fatica e con angoscia, volse la testa ov'elli avea le zanche, e aggrappossi al pel com'om che sale, sì che 'n inferno i' credea tornar anche.
[62]
tree
s-162
OldItalian_Dante_Inferno-1215
«Attienti ben, ché per cotali scale», disse 'l maestro, ansando com'uom lasso, «conviensi dipartir da tanto male».
[63]
tree
s-163
OldItalian_Dante_Inferno-1216
Poi uscì fuor per lo fóro d'un sasso e puose me in su l'orlo a sedere; appresso porse a me l'accorto passo.
[64]
tree
s-164
OldItalian_Dante_Inferno-1217
Io levai li occhi e credetti vedere Lucifero com'io l'avea lasciato, e vidili le gambe in sù tenere; e s'io divenni allora travagliato, la gente grossa il pensi, che non vede qual è quel punto ch'io avea passato.
[65]
tree
s-165
OldItalian_Dante_Inferno-1218
«Lèvati sù», disse 'l maestro, «in piede: la via è lunga e 'l cammino è malvagio, e già il sole a mezza terza riede».
[66]
tree
s-166
OldItalian_Dante_Inferno-1219
Non era camminata di palagio là 'v'eravam, ma natural burella ch'avea mal suolo e di lume disagio.
[67]
tree
s-167
OldItalian_Dante_Inferno-1220
«prima ch'io de l'abisso mi divella, maestro mio», diss'io quando fui dritto, «a trarmi d'erro un poco mi favella: ov'è la ghiaccia? e questi com'è fitto sì sottosopra? e come, in sì poc'ora, da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».
[68]
tree
s-168
OldItalian_Dante_Inferno-1221
Ed elli a me: «Tu imagini ancora d'esser di là dal centro, ov'io mi presi al pel del vermo reo che 'l mondo fóra.
[69]
tree
s-169
OldItalian_Dante_Inferno-1222
Di là fosti cotanto quant'io scesi; quand'io mi volsi, tu passasti 'l punto al qual si traggon d'ogne parte i pesi.
[70]
tree
s-170
OldItalian_Dante_Inferno-1223
E se' or sotto l'emisperio giunto ch'è contraposto a quel che la gran secca coverchia, e sotto 'l cui colmo consunto fu l'uom che nacque e visse sanza pecca; tu hai i piedi in su picciola spera che l'altra faccia fa de la Giudecca.
[71]
tree
s-171
OldItalian_Dante_Inferno-1224
Qui è da man, quando di là è sera; e questi, che ne fé scala col pelo, fitto è ancora sì come prim'era.
[72]
tree
s-172
OldItalian_Dante_Inferno-1225
Da questa parte cadde giù dal cielo; e la terra, che pria di qua si sporse, per paura di lui fé del mar velo, e venne a l'emisperio nostro; e forse per fuggir lui lasciò qui loco vòto quella ch'appar di qua, e sù ricorse».
[73]
tree
s-173
OldItalian_Dante_Inferno-1226
Luogo è là giù da Belzebù remoto tanto quanto la tomba si distende, che non per vista, ma per suono è noto d'un ruscelletto che quivi discende per la buca d'un sasso, ch'elli ha roso, col corso ch'elli avvolge, e poco pende.
[74]
tree
s-174
OldItalian_Dante_Inferno-1227
Lo duca e io per quel cammino ascoso intrammo a ritornar nel chiaro mondo; e sanza cura aver d'alcun riposo, salimmo sù, el primo e io secondo, tanto ch'i' vidi de le cose belle che porta 'l ciel, per un pertugio tondo.
[75]
tree
s-175
OldItalian_Dante_Inferno-1228
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
[76]
tree
s-176
OldItalian_Dante_Purgatorio-1012
Ed ecco un lustro sùbito trascorse da tutte parti per la gran foresta, tal che di balenar mi mise in forse.
[77]
tree
s-177
OldItalian_Dante_Purgatorio-1013
Ma perché 'l balenar, come vien, resta, e quel, durando, più e più splendeva, nel mio pensier dicea: «Che cosa è questa?».
[78]
tree
s-178
OldItalian_Dante_Purgatorio-1014
E una melodia dolce correva per l' aere luminoso; onde buon zelo mi fé riprender l' ardimento d' Eva, che là dove ubidia la terra e 'l cielo, femmina, sola e pur testé formata, non sofferse di star sotto alcun velo; sotto 'l qual se divota fosse stata, avrei quelle ineffabili delizie sentite prima e più lunga fiata.
[79]
tree
s-179
OldItalian_Dante_Purgatorio-1015
Mentr' io m' andava tra tante primizie de l' etterno piacer tutto sospeso, e disioso ancora a più letizie, dinanzi a noi, tal quale un foco acceso, ci si fé l' aere sotto i verdi rami; e 'l dolce suon per canti era già inteso.
[80]
tree
s-180
OldItalian_Dante_Purgatorio-1016
O sacrosante Vergini, se fami, freddi o vigilie mai per voi soffersi, cagion mi sprona ch' io mercé vi chiami.
[81]
tree
s-181
OldItalian_Dante_Purgatorio-1017
Or convien che Elicona per me versi, e Uranìe m' aiuti col suo coro forti cose a pensar mettere in versi.
[82]
tree
s-182
OldItalian_Dante_Purgatorio-1018
Poco più oltre, sette alberi d' oro falsava nel parere il lungo tratto del mezzo ch' era ancor tra noi e loro; ma quand' i' fui sì presso di lor fatto, che l' obietto comun, che 'l senso inganna, non perdea per distanza alcun suo atto, la virtù ch' a ragion discorso ammanna, sì com' elli eran candelabri apprese, e ne le voci del cantare «Osanna».
[83]
tree
s-183
OldItalian_Dante_Purgatorio-1019
Di sopra fiammeggiava il bello arnese più chiaro assai che luna per sereno di mezza notte nel suo mezzo mese.
[84]
tree
s-184
OldItalian_Dante_Purgatorio-1020
Io mi rivolsi d' ammirazion pieno al buon Virgilio, ed esso mi rispuose con vista carca di stupor non meno.
[85]
tree
s-185
OldItalian_Dante_Purgatorio-1021
Indi rendei l' aspetto a l' alte cose che si movieno incontr' a noi sì tardi, che foran vinte da novelle spose.
[86]
tree
s-186
OldItalian_Dante_Purgatorio-1022
La donna mi sgridò: «Perché pur ardi sì ne l' affetto de le vive luci, e ciò che vien di retro a lor non guardi?».
[87]
tree
s-187
OldItalian_Dante_Purgatorio-1023
Genti vid' io allor, come a lor duci, venire appresso, vestite di bianco; e tal candor di qua già mai non fuci.
[88]
tree
s-188
OldItalian_Dante_Purgatorio-1024
L' acqua imprendea dal sinistro fianco, e rendea me la mia sinistra costa, s' io riguardava in lei, come specchio anco.
[89]
tree
s-189
OldItalian_Dante_Purgatorio-1025
Quand' io da la mia riva ebbi tal posta, che solo il fiume mi facea distante, per veder meglio ai passi diedi sosta, e vidi le fiammelle andar davante, lasciando dietro a sé l' aere dipinto, e di tratti pennelli avean sembiante; sì che lì sopra rimanea distinto di sette liste, tutte in quei colori onde fa l' arco il Sole e Delia il cinto.
[90]
tree
s-190
OldItalian_Dante_Purgatorio-1026
Questi ostendali in dietro eran maggiori che la mia vista; e, quanto a mio avviso, diece passi distavan quei di fori.
[91]
tree
s-191
OldItalian_Dante_Purgatorio-1027
Sotto così bel ciel com' io diviso, ventiquattro seniori, a due a due, coronati venien di fiordaliso.
[92]
tree
s-192
OldItalian_Dante_Purgatorio-1028
Tutti cantavan: «Benedicta tue ne le figlie d' Adamo, e benedette sieno in etterno le bellezze tue!».
[93]
tree
s-193
OldItalian_Dante_Purgatorio-1029
Poscia che i fiori e l' altre fresche erbette a rimpetto di me da l' altra sponda libere fuor da quelle genti elette, sì come luce luce in ciel seconda, vennero appresso lor quattro animali, coronati ciascun di verde fronda.
[94]
tree
s-194
OldItalian_Dante_Purgatorio-1030
Ognuno era pennuto di sei ali; le penne piene d' occhi; e li occhi d' Argo, se fosser vivi, sarebber cotali.
[95]
tree
s-195
OldItalian_Dante_Purgatorio-1031
A descriver lor forme più non spargo rime, lettor; ch' altra spesa mi strigne, tanto ch' a questa non posso esser largo; ma leggi Ezechiel, che li dipigne come li vide da la fredda parte venir con vento e con nube e con igne; e quali i troverai ne le sue carte, tali eran quivi, salvo ch' a le penne Giovanni è meco e da lui si diparte.
[96]
tree
s-196
OldItalian_Dante_Purgatorio-1032
Lo spazio dentro a lor quattro contenne un carro, in su due rote, triunfale, ch' al collo d' un grifon tirato venne.
[97]
tree
s-197
OldItalian_Dante_Purgatorio-1033
Esso tendeva in sù l' una e l' altra ale tra la mezzana e le tre e tre liste, sì ch' a nulla, fendendo, facea male.
[98]
tree
s-198
OldItalian_Dante_Purgatorio-1034
Tanto salivan che non eran viste; le membra d' oro avea quant' era uccello, e bianche l' altre, di vermiglio miste.
[99]
tree
s-199
OldItalian_Dante_Purgatorio-1035
Non che Roma di carro così bello rallegrasse Affricano, o vero Augusto, ma quel del Sol saria pover con ello; quel del Sol che, sviando, fu combusto per l' orazion de la Terra devota, quando fu Giove arcanamente giusto.
[100]
tree
s-200
OldItalian_Dante_Purgatorio-1036
Tre donne in giro da la destra rota venian danzando; l' una tanto rossa ch' a pena fora dentro al foco nota; l' altr' era come se le carni e l' ossa fossero state di smeraldo fatte; la terza parea neve testé mossa; e or parean da la bianca tratte, or da la rossa; e dal canto di questa l' altre toglien l' andare e tarde e ratte.