Oggi il termine viene utilizzato genericamente per indicare l'inquinamento atmosferico che si manifesta con forme simili alla nebbia o alla foschia negli strati bassi dell'atmosfera, normalmente in condizioni di calma di vento e di inversioni termiche alle basse quote.
Lo smog di tipo tradizionale viene anche chiamato smog invernale o smog di Londra perché più comune d'inverno e più comune nelle città a climi freddi e umidi, come Londra.
Per quanto riguarda la formazione di acidi, è stato compiuto un grande sforzo per ridurre il contenuto di zolfo dei combustibili in generale (in particolare carbone e gasolio).
Numerosi autori hanno cercato di stabilire una soglia della concentrazione media nelle 24 ore di SO2 e/o particelle in sospensione, al di sotto della quale non si verificano effetti significativi sulla mortalità.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha concluso che il più basso livello di inquinamento riscontrato in associazione con un incremento della mortalità per esposizione allo smog invernale corrisponde ad una concentrazione media nelle 24 ore di 500 µg/m3 di SO2 combinata con 500 µg/m3 di fumo nero.
Lo smog fotochimico è un particolare inquinamento dell'aria che si produce nelle giornate caratterizzate da condizioni meteorologiche di stabilità e di forte insolazione.
Altri effetti sull'ambiente riguardano possibili danni alla vegetazione (riduzione della produttività di colture) e alle cose (rapido deterioramento delle superfici e dei materiali).
Gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (VOC), emessi nell'atmosfera da molti processi naturali o antropici, vanno incontro ad un complesso sistema di reazioni fotochimiche indotte dalla luce ultravioletta presente nei raggi del sole;
Questo particolare smog si può facilmente individuare per il suo caratteristico colore che va dal giallo-arancio al marroncino, colorazione dovuta alla presenza nell'aria di grandi quantità di biossido di azoto.
I composti che costituiscono lo smog fotochimico sono sostanze tossiche per gli esseri umani, per gli animali ed anche per i vegetali, inoltre sono in grado di degradare molti materiali diversi per il loro forte potere ossidante.
Lo smog fotochimico è generalmente importante d'estate, quando a causa del ruolo assunto dalla radiazione solare nel sistema di reazioni chimiche di base, più frequentemente si superano i limiti di legge per l'ozono, principale tracciante del processo.
Non sono ancora ben chiari gli effetti provocati da una lunga esposizione a basse concentrazioni di ozono anche se si sta avvalorando la tesi secondo la quale ciò comporterebbe una accelerazione nell'invecchiamento del tessuto polmonare a causa dell'ossidazione di alcuni composti nelle proteine (Seinfeld, 1986).
Studi controllati condotti a livelli di esposizione di circa 190 µg/m3, riportano per bambini e giovani sintomi come fastidio al petto, tosse, mal di testa.
Il valore di soglia, spesso espresso in AOT40 (Accumulated ozone over Threshold of 40 ppb), al di sopra del quale si manifestano danni fogliari visibili sulle piante sensibili, è di 700 ppb/ora, calcolato su tre giorni.
Il valore di soglia oltre il quale si verificano cali di resa alle colture più sensibili è di 5300 ppb/ora di ozono determinato nei tre mesi della stagione vegetativa (Velissariou et al., 1996).
L'effetto dell'ozono troposferico sulla funzione polmonare ed i sintomi respiratori sono stati ben documentati (EPA, 1992) nelle situazioni di episodi acuti di inquinamento fotochimico.
Lo smog contribuisce ad aumentare l'effetto serra, poiché contribuisce alla formazione dei cosiddetti gas serra, come l'anidride carbonica e l'anidride solforosa (smog di Londra), gli ossidi d'azoto e altri (smog di Los Angeles).
Se non entrano in contatto con goccioline d'acqua, questi gas possono depositarsi sul suolo con meccanismi differenti governati dalle dimensioni delle particelle (per impatto e gravità), dallo stato d'aria a contatto con la superficie ricevente e dalla struttura chimica e fisica della superficie stessa.
In italiano è stato proposto dal linguista Arrigo Castellani, tra il serio e il faceto (in un articolo critico sull'abuso di termini inglesi nella lingua italiana, articolo dal titolo Morbus anglicus comparso nel 1987 in Studi Linguistici Italiani, XIII, pp. 137-153), il calco fubbia, composto appunto di fumo e nebbia.
Smog riducente di Londra 'miscuglio di gas carbonici o solforosi e di goccioline di nebbia acida formatasi intorno a particelle corpuscolate che fungono da nuclei di condensazione (nebbia nera)'.