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Universal Dependencies - Italian - VIT
Language | Italian |
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Project | VIT |
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Corpus Part | train |
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La quota di azioni riservata al mercato statunitense è ancora top secret e dipenderà ovviamente dagli umori del mercato alla vigilia dell' Opv. Si sa soltanto che l'offerta italiana sarà compresa tra 1,0 e 1,500 milioni di azioni, ovvero tra il 25 e il 37,5% del capitale della compagnia. In questa quota riservata al pubblico italiano sono comprese sia le tranche destinate agli assicurati, agli agenti e ai subagenti Ina, sia i collocamenti privati per i dipendenti del gruppo e per gli aderenti all' Opa Assitalia del novembre scorso. Quel che resta sarà assegnato agli investitori istituzionali italiani ed esteri, ed è in questa quota che si ricaverà la parte da destinare a Wall Street. Nel corso dell' Opv potrà essere acquistato al massimo lo 0,5% del capitale sociale (limite che sale al 2% per i collocamenti privati riservati a investitori istituzionali) mentre il tetto al possesso azionario sarà del 5%, ovvero più alto di quello stabilito per Credit e Comit fissato al 3%. Ma nonostante questo scarto di due punti percentuali, la privatizzazione dell' Ina si annuncia come una grande novità anche per trasparenza e tutela degli azionisti minori. L'assemblea dell' istituto di Via Sallustiana ha infatti ratificato le decisioni assunte in mattinata dai tre ministri economici - tesoro, industria e bilancio - che hanno voluto introdurre nello statuto due elementi finora giornaliera nell' universo italiano delle privatizzazioni: il voto di lista maggioritario per l'elezione in assemblea dei componenti del Cda (che per altro verranno retribuiti anche in relazione ai risultati ottenuti dalla società) e, soprattutto, i limiti imposti al tetto azionario che vanno ben oltre il vincolo del 5 per cento. Insomma, nonostante il livello del tetto azionario sia più alto, sarà molto difficile realizzare nell' Ina le concentrazioni avvenute in Credit e Comit. un'eventualità, che, nel caso della società di assicurazione, è scongiurata anche dalla forza che conserverà il tesoro dopo la privatizzazione. Al ministero di Via XX Settembre rimarrà il 49% del capitale della compagnia e così sarà in ogni caso l'azionista di riferimento, almeno in questa prima fase della privatizzazione. Il Governo, quindi, pur rinunciando alla maggioranza assoluta, ha voluto, come già nell' Imi, puntare su una privatizzazione graduale.
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