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[1] tree
Io non li conoscea; ma ei seguette, come suol seguitar per alcun caso, che l'un nomar un altro convenette, dicendo: «Cianfa dove fia rimaso?»; per ch'io, acciò che 'l duca stesse attento, mi puosi 'l dito su dal mento al naso.
s-1
OldItalian_Dante_Inferno-903
Io non li conoscea; ma ei seguette, come suol seguitar per alcun caso, che l'un nomar un altro convenette, dicendo: «Cianfa dove fia rimaso?»; per ch'io, acciò che 'l duca stesse attento, mi puosi 'l dito su dal mento al naso.
[2] tree
Se tu se' or, lettore, a creder lento ciò ch'io dirò, non sarà maraviglia, ché io che 'l vidi, a pena il mi consento.
s-2
OldItalian_Dante_Inferno-904
Se tu se' or, lettore, a creder lento ciò ch'io dirò, non sarà maraviglia, ché io che 'l vidi, a pena il mi consento.
[3] tree
Com'io tenea levate in lor le ciglia, e un serpente con sei piè si lancia dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia.
s-3
OldItalian_Dante_Inferno-905
Com'io tenea levate in lor le ciglia, e un serpente con sei piè si lancia dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia.
[4] tree
Co' piè di mezzo li avvinse la pancia e con li anterior le braccia prese; poi li addentò e l'una e l'altra guancia; li diretani a le cosce distese, e miseli la coda tra 'mbedue e dietro per le ren la ritese.
s-4
OldItalian_Dante_Inferno-906
Co' piè di mezzo li avvinse la pancia e con li anterior le braccia prese; poi li addentò e l'una e l'altra guancia; li diretani a le cosce distese, e miseli la coda tra 'mbedue e dietro per le ren sù la ritese.
[5] tree
Ellera abbarbicata mai non fue ad alber , come l'orribil fiera per l'altrui membra avviticchiò le sue.
s-5
OldItalian_Dante_Inferno-907
Ellera abbarbicata mai non fue ad alber sì, come l'orribil fiera per l'altrui membra avviticchiò le sue.
[6] tree
Poi s'appiccar, come di calda cera fossero stati, e mischiar lor colore, l'un l'altro già parea quel ch'era: come procede innanzi da l'ardore, per lo papiro suso, un color bruno che non è nero ancora e 'l bianco more.
s-6
OldItalian_Dante_Inferno-908
Poi s'appiccar, come di calda cera fossero stati, e mischiar lor colore, né l'un né l'altro già parea quel ch'era: come procede innanzi da l'ardore, per lo papiro suso, un color bruno che non è nero ancora e 'l bianco more.
[7] tree
Li altri due 'l riguardavano, e ciascuno gridava: «Omè, Agnel, come ti muti!
s-7
OldItalian_Dante_Inferno-909
Li altri due 'l riguardavano, e ciascuno gridava: «Omè, Agnel, come ti muti!
[8] tree
Vedi che già non se' due uno».
s-8
OldItalian_Dante_Inferno-910
Vedi che già non se' né due né uno».
[9] tree
Già eran li due capi un divenuti, quando n'apparver due figure miste in una faccia, ov'eran due perduti.
s-9
OldItalian_Dante_Inferno-911
Già eran li due capi un divenuti, quando n'apparver due figure miste in una faccia, ov'eran due perduti.
[10] tree
Fersi le braccia due di quattro liste; le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso divenner membra che non fuor mai viste.
s-10
OldItalian_Dante_Inferno-912
Fersi le braccia due di quattro liste; le cosce con le gambe e 'l ventre e 'l casso divenner membra che non fuor mai viste.
[11] tree
Ogne primaio aspetto ivi era casso: due e nessun l'imagine perversa parea; e tal sen gio con lento passo.
s-11
OldItalian_Dante_Inferno-913
Ogne primaio aspetto ivi era casso: due e nessun l'imagine perversa parea; e tal sen gio con lento passo.
[12] tree
Come 'l ramarro sotto la gran fersa dei canicular, cangiando sepe, folgore par se la via attraversa, pareva, venendo verso l'epe de li altri due, un serpentello acceso, livido e nero come gran di pepe; e quella parte onde prima è preso nostro alimento, a l'un di lor trafisse; poi cadde giuso innanzi lui disteso.
s-12
OldItalian_Dante_Inferno-914
Come 'l ramarro sotto la gran fersa dei dì canicular, cangiando sepe, folgore par se la via attraversa, sì pareva, venendo verso l'epe de li altri due, un serpentello acceso, livido e nero come gran di pepe; e quella parte onde prima è preso nostro alimento, a l'un di lor trafisse; poi cadde giuso innanzi lui disteso.
[13] tree
Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; anzi, co' piè fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l'assalisse.
s-13
OldItalian_Dante_Inferno-915
Lo trafitto 'l mirò, ma nulla disse; anzi, co' piè fermati, sbadigliava pur come sonno o febbre l'assalisse.
[14] tree
Elli 'l serpente e quei lui riguardava; l'un per la piaga e l'altro per la bocca fummavan forte, e 'l fummo si scontrava.
s-14
OldItalian_Dante_Inferno-916
Elli 'l serpente e quei lui riguardava; l'un per la piaga e l'altro per la bocca fummavan forte, e 'l fummo si scontrava.
[15] tree
Taccia Lucano omai dov'e' tocca del misero Sabello e di Nasidio, e attenda a udir quel ch'or si scocca.
s-15
OldItalian_Dante_Inferno-917
Taccia Lucano omai là dov'e' tocca del misero Sabello e di Nasidio, e attenda a udir quel ch'or si scocca.
[16] tree
Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, ché se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio; ché due nature mai a fronte a fronte non trasmutò ch'amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte.
s-16
OldItalian_Dante_Inferno-918
Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio, ché se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio; ché due nature mai a fronte a fronte non trasmutò sì ch'amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte.
[17] tree
Insieme si rispuosero a tai norme, che 'l serpente la coda in forca fesse, e 'l feruto ristrinse insieme l'orme.
s-17
OldItalian_Dante_Inferno-919
Insieme si rispuosero a tai norme, che 'l serpente la coda in forca fesse, e 'l feruto ristrinse insieme l'orme.
[18] tree
Le gambe con le cosce seco stesse s'appiccar , che 'n poco la giuntura non facea segno alcun che si paresse.
s-18
OldItalian_Dante_Inferno-920
Le gambe con le cosce seco stesse s'appiccar sì, che 'n poco la giuntura non facea segno alcun che si paresse.
[19] tree
Togliea la coda fessa la figura che si perdeva , e la sua pelle si facea molle, e quella di dura.
s-19
OldItalian_Dante_Inferno-921
Togliea la coda fessa la figura che si perdeva là, e la sua pelle si facea molle, e quella di là dura.
[20] tree
Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, e i due piè de la fiera, ch'eran corti, tanto allungar quanto accorciavan quelle.
s-20
OldItalian_Dante_Inferno-922
Io vidi intrar le braccia per l'ascelle, e i due piè de la fiera, ch'eran corti, tanto allungar quanto accorciavan quelle.
[21] tree
Poscia li piè di rietro, insieme attorti, diventaron lo membro che l'uom cela, e 'l misero del suo n'avea due porti.
s-21
OldItalian_Dante_Inferno-923
Poscia li piè di rietro, insieme attorti, diventaron lo membro che l'uom cela, e 'l misero del suo n'avea due porti.
[22] tree
Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela di color novo, e genera 'l pel suso per l'una parte e da l'altra il dipela, l'un si levò e l'altro cadde giuso, non torcendo però le lucerne empie, sotto le quai ciascun cambiava muso.
s-22
OldItalian_Dante_Inferno-924
Mentre che 'l fummo l'uno e l'altro vela di color novo, e genera 'l pel suso per l'una parte e da l'altra il dipela, l'un si levò e l'altro cadde giuso, non torcendo però le lucerne empie, sotto le quai ciascun cambiava muso.
[23] tree
Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, e di troppa matera ch'in venne uscir li orecchi de le gote scempie; ciò che non corse in dietro e si ritenne di quel soverchio, naso a la faccia e le labbra ingrossò quanto convenne.
s-23
OldItalian_Dante_Inferno-925
Quel ch'era dritto, il trasse ver' le tempie, e di troppa matera ch'in là venne uscir li orecchi de le gote scempie; ciò che non corse in dietro e si ritenne di quel soverchio, fé naso a la faccia e le labbra ingrossò quanto convenne.
[24] tree
Quel che giacea, il muso innanzi caccia, e li orecchi ritira per la testa come face le corna la lumaccia; e la lingua, ch'avea unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta.
s-24
OldItalian_Dante_Inferno-926
Quel che giacea, il muso innanzi caccia, e li orecchi ritira per la testa come face le corna la lumaccia; e la lingua, ch'avea unita e presta prima a parlar, si fende, e la forcuta ne l'altro si richiude; e 'l fummo resta.
[25] tree
L'anima ch'era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l'altro dietro a lui parlando sputa.
s-25
OldItalian_Dante_Inferno-927
L'anima ch'era fiera divenuta, suffolando si fugge per la valle, e l'altro dietro a lui parlando sputa.
[26] tree
Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l'altro: «I' vo' che Buoso corra, com'ho fatt'io, carpon per questo calle».
s-26
OldItalian_Dante_Inferno-928
Poscia li volse le novelle spalle, e disse a l'altro: «I' vo' che Buoso corra, com'ho fatt'io, carpon per questo calle».
[27] tree
Così vid'io la settima zavorra mutare e trasmutare; e qui mi scusi la novità se fior la penna abborra.
s-27
OldItalian_Dante_Inferno-929
Così vid'io la settima zavorra mutare e trasmutare; e qui mi scusi la novità se fior la penna abborra.
[28] tree
E avvegna che li occhi miei confusi fossero alquanto e l'animo smagato, non poter quei fuggirsi tanto chiusi, ch'i' non scorgessi ben Puccio Sciancato; ed era quel che sol, di tre compagni che venner prima, non era mutato; l'altr'era quel che tu, Gaville, piagni.
s-28
OldItalian_Dante_Inferno-930
E avvegna che li occhi miei confusi fossero alquanto e l'animo smagato, non poter quei fuggirsi tanto chiusi, ch'i' non scorgessi ben Puccio Sciancato; ed era quel che sol, di tre compagni che venner prima, non era mutato; l'altr'era quel che tu, Gaville, piagni.
[29] tree
Godi, Fiorenza, poi che se' grande che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande!
s-29
OldItalian_Dante_Inferno-931
Godi, Fiorenza, poi che se' sì grande che per mare e per terra batti l'ali, e per lo 'nferno tuo nome si spande!
[30] tree
Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali.
s-30
OldItalian_Dante_Inferno-932
Tra li ladron trovai cinque cotali tuoi cittadini onde mi ven vergogna, e tu in grande orranza non ne sali.
[31] tree
Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna.
s-31
OldItalian_Dante_Inferno-933
Ma se presso al mattin del ver si sogna, tu sentirai, di qua da picciol tempo, di quel che Prato, non ch'altri, t'agogna.
[32] tree
E se già fosse, non saria per tempo.
s-32
OldItalian_Dante_Inferno-934
E se già fosse, non saria per tempo.
[33] tree
Così foss'ei, da che pur esser dee! ché più mi graverà, com'più m'attempo.
s-33
OldItalian_Dante_Inferno-935
Così foss'ei, da che pur esser dee! ché più mi graverà, com'più m'attempo.
[34] tree
Noi ci partimmo, e su per le scalee che n'avea fatto iborni a scender pria, rimontò 'l duca mio e trasse mee; e proseguendo la solinga via, tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio lo piè sanza la man non si spedia.
s-34
OldItalian_Dante_Inferno-936
Noi ci partimmo, e su per le scalee che n'avea fatto iborni a scender pria, rimontò 'l duca mio e trasse mee; e proseguendo la solinga via, tra le schegge e tra ' rocchi de lo scoglio lo piè sanza la man non si spedia.
[35] tree
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, perché non corra che virtù nol guidi; che, se stella bona o miglior cosa m'ha dato 'l ben, ch'io stessi nol m'invidi.
s-35
OldItalian_Dante_Inferno-937
Allor mi dolsi, e ora mi ridoglio quando drizzo la mente a ciò ch'io vidi, e più lo 'ngegno affreno ch'i' non soglio, perché non corra che virtù nol guidi; sì che, se stella bona o miglior cosa m'ha dato 'l ben, ch'io stessi nol m'invidi.
[36] tree
Quante 'l villan ch'al poggio si riposa, nel tempo che colui che 'l mondo schiara la faccia sua a noi tien meno ascosa, come la mosca cede a la zanzara, vede lucciole giù per la vallea, forse colà dov'e' vendemmia e ara: di tante fiamme tutta risplendea l'ottava bolgia, com'io m'accorsi tosto che fui 've 'l fondo parea.
s-36
OldItalian_Dante_Inferno-938
Quante 'l villan ch'al poggio si riposa, nel tempo che colui che 'l mondo schiara la faccia sua a noi tien meno ascosa, come la mosca cede a la zanzara, vede lucciole giù per la vallea, forse colà dov'e' vendemmia e ara: di tante fiamme tutta risplendea l'ottava bolgia, sì com'io m'accorsi tosto che fui là 've 'l fondo parea.
[37] tree
E qual colui che si vengiò con li orsi vide 'l carro d'Elia al dipartire, quando i cavalli al cielo erti levorsi , che nol potea con li occhi seguire, ch'el vedesse altro che la fiamma sola, come nuvoletta, in salire: tal si move ciascuna per la gola del fosso, ché nessuna mostra 'l furto, e ogne fiamma un peccatore invola.
s-37
OldItalian_Dante_Inferno-939
E qual colui che si vengiò con li orsi vide 'l carro d'Elia al dipartire, quando i cavalli al cielo erti levorsi, che nol potea sì con li occhi seguire, ch'el vedesse altro che la fiamma sola, sì come nuvoletta, in sù salire: tal si move ciascuna per la gola del fosso, ché nessuna mostra 'l furto, e ogne fiamma un peccatore invola.
[38] tree
Io stava sovra 'l ponte a veder surto, che s'io non avessi un ronchion preso, caduto sarei giù sanz'esser urto.
s-38
OldItalian_Dante_Inferno-940
Io stava sovra 'l ponte a veder surto, sì che s'io non avessi un ronchion preso, caduto sarei giù sanz'esser urto.
[39] tree
E 'l duca che mi vide tanto atteso, disse: «Dentro dai fuochi son li spirti; catun si fascia di quel ch'elli è inceso».
s-39
OldItalian_Dante_Inferno-941
E 'l duca che mi vide tanto atteso, disse: «Dentro dai fuochi son li spirti; catun si fascia di quel ch'elli è inceso».
[40] tree
«Maestro mio», rispuos'io, «per udirti son io più certo; ma già m'era avviso che così fosse, e già voleva dirti : chi è 'n quel foco che vien diviso di sopra, che par surger de la pira dov'Eteòcle col fratel fu miso?».
s-40
OldItalian_Dante_Inferno-942
«Maestro mio», rispuos'io, «per udirti son io più certo; ma già m'era avviso che così fosse, e già voleva dirti: chi è 'n quel foco che vien sì diviso di sopra, che par surger de la pira dov'Eteòcle col fratel fu miso?».
[41] tree
Rispuose a me: « dentro si martira Ulisse e Diomede, e così insieme a la vendetta vanno come a l'ira; e dentro da la lor fiamma si geme l'agguato del caval che la porta onde uscì de' Romani il gentil seme.
s-41
OldItalian_Dante_Inferno-943
Rispuose a me: «Là dentro si martira Ulisse e Diomede, e così insieme a la vendetta vanno come a l'ira; e dentro da la lor fiamma si geme l'agguato del caval che fé la porta onde uscì de' Romani il gentil seme.
[42] tree
Piangevisi entro l'arte per che, morta, Deidamìa ancor si duol d'Achille, e del Palladio pena vi si porta».
s-42
OldItalian_Dante_Inferno-944
Piangevisi entro l'arte per che, morta, Deidamìa ancor si duol d'Achille, e del Palladio pena vi si porta».
[43] tree
«S'ei posson dentro da quelle faville parlar», diss'io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che 'l priego vaglia mille, che non mi facci de l'attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver' lei mi piego!».
s-43
OldItalian_Dante_Inferno-945
«S'ei posson dentro da quelle faville parlar», diss'io, «maestro, assai ten priego e ripriego, che 'l priego vaglia mille, che non mi facci de l'attender niego fin che la fiamma cornuta qua vegna; vedi che del disio ver' lei mi piego!».
[44] tree
Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l'accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.
s-44
OldItalian_Dante_Inferno-946
Ed elli a me: «La tua preghiera è degna di molta loda, e io però l'accetto; ma fa che la tua lingua si sostegna.
[45] tree
Lascia parlare a me, ch'i' ho concetto ciò che tu vuoi; ch'ei sarebbero schivi, perch'e' fuor greci, forse del tuo detto».
s-45
OldItalian_Dante_Inferno-947
Lascia parlare a me, ch'i' ho concetto ciò che tu vuoi; ch'ei sarebbero schivi, perch'e' fuor greci, forse del tuo detto».
[46] tree
Poi che la fiamma fu venuta quivi dove parve al mio duca tempo e loco, in questa forma lui parlare audivi: «O voi che siete due dentro ad un foco, s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, s'io meritai di voi assai o poco quando nel mondo li alti versi scrissi, non vi movete; ma l'un di voi dica dove, per lui, perduto a morir gissi ».
s-46
OldItalian_Dante_Inferno-948
Poi che la fiamma fu venuta quivi dove parve al mio duca tempo e loco, in questa forma lui parlare audivi: «O voi che siete due dentro ad un foco, s'io meritai di voi mentre ch'io vissi, s'io meritai di voi assai o poco quando nel mondo li alti versi scrissi, non vi movete; ma l'un di voi dica dove, per lui, perduto a morir gissi».
[47] tree
Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica; indi la cima qua e menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse: «Quando mi diparti' da Circe, che sottrasse me più d'un anno presso a Gaeta, prima che Enea la nomasse, dolcezza di figlio, la pieta del vecchio padre, 'l debito amore lo qual dovea Penelopè far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto.
s-47
OldItalian_Dante_Inferno-949
Lo maggior corno de la fiamma antica cominciò a crollarsi mormorando, pur come quella cui vento affatica; indi la cima qua e là menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse: «Quando mi diparti' da Circe, che sottrasse me più d'un anno là presso a Gaeta, prima che sì Enea la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né 'l debito amore lo qual dovea Penelopè far lieta, vincer potero dentro a me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto.
[48] tree
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi, e l'altre che quel mare intorno bagna.
s-48
OldItalian_Dante_Inferno-950
L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l'isola d'i Sardi, e l'altre che quel mare intorno bagna.
[49] tree
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov'Ercule segnò li suoi riguardi acciò che l'uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, da l'altra già m'avea lasciata Setta.
s-49
OldItalian_Dante_Inferno-951
Io e ' compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov'Ercule segnò li suoi riguardi acciò che l'uom più oltre non si metta; da la man destra mi lasciai Sibilia, da l'altra già m'avea lasciata Setta.
[50] tree
O frati, dissi, che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente.
s-50
OldItalian_Dante_Inferno-952
O frati”, dissi, “che per cento milia perigli siete giunti a l'occidente, a questa tanto picciola vigilia d'i nostri sensi ch'è del rimanente non vogliate negar l'esperienza, di retro al sol, del mondo sanza gente.
[51] tree
Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.
s-51
OldItalian_Dante_Inferno-953
Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.
[52] tree
Li miei compagni fec'io aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de' remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino.
s-52
OldItalian_Dante_Inferno-954
Li miei compagni fec'io sì aguti, con questa orazion picciola, al cammino, che a pena poscia li avrei ritenuti; e volta nostra poppa nel mattino, de' remi facemmo ali al folle volo, sempre acquistando dal lato mancino.
[53] tree
Tutte le stelle già de l'altro polo vedea la notte, e 'l nostro tanto basso, che non surgea fuor del marin suolo.
s-53
OldItalian_Dante_Inferno-955
Tutte le stelle già de l'altro polo vedea la notte, e 'l nostro tanto basso, che non surgea fuor del marin suolo.
[54] tree
Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, quando n'apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna.
s-54
OldItalian_Dante_Inferno-956
Cinque volte racceso e tante casso lo lume era di sotto da la luna, poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo, quando n'apparve una montagna, bruna per la distanza, e parvemi alta tanto quanto veduta non avea alcuna.
[55] tree
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto.
s-55
OldItalian_Dante_Inferno-957
Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; ché de la nova terra un turbo nacque e percosse del legno il primo canto.
[56] tree
Tre volte il girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso».
s-56
OldItalian_Dante_Inferno-958
Tre volte il fé girar con tutte l'acque; a la quarta levar la poppa in suso e la prora ire in giù, com'altrui piacque, infin che 'l mar fu sovra noi richiuso».
[57] tree
Già era dritta in la fiamma e queta per non dir più, e già da noi sen gia con la licenza del dolce poeta, quand'un'altra, che dietro a lei venìa, ne fece volger li occhi a la sua cima per un confuso suon che fuor n'uscia.
s-57
OldItalian_Dante_Inferno-959
Già era dritta in sù la fiamma e queta per non dir più, e già da noi sen gia con la licenza del dolce poeta, quand'un'altra, che dietro a lei venìa, ne fece volger li occhi a la sua cima per un confuso suon che fuor n'uscia.
[58] tree
Come 'l bue cicilian che mugghiò prima col pianto di colui, e ciò fu dritto, che l'avea temperato con sua lima, mugghiava con la voce de l'afflitto, che, con tutto che fosse di rame, pur el pareva dal dolor trafitto; così, per non aver via forame dal principio nel foco, in suo linguaggio si convertian le parole grame.
s-58
OldItalian_Dante_Inferno-960
Come 'l bue cicilian che mugghiò prima col pianto di colui, e ciò fu dritto, che l'avea temperato con sua lima, mugghiava con la voce de l'afflitto, sì che, con tutto che fosse di rame, pur el pareva dal dolor trafitto; così, per non aver via né forame dal principio nel foco, in suo linguaggio si convertian le parole grame.
[59] tree
Ma poscia ch'ebber colto lor viaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio, udimmo dire: «O tu a cu' io drizzo la voce e che parlavi mo lombardo, dicendo Istra ten va, più non t'adizzo, perch'io sia giunto forse alquanto tardo, non t'incresca restare a parlar meco ; vedi che non incresce a me, e ardo!
s-59
OldItalian_Dante_Inferno-961
Ma poscia ch'ebber colto lor viaggio su per la punta, dandole quel guizzo che dato avea la lingua in lor passaggio, udimmo dire: «O tu a cu' io drizzo la voce e che parlavi mo lombardo, dicendo “Istra ten va, più non t'adizzo”, perch'io sia giunto forse alquanto tardo, non t'incresca restare a parlar meco; vedi che non incresce a me, e ardo!
[60] tree
Se tu pur mo in questo mondo cieco caduto se' di quella dolce terra latina ond'io mia colpa tutta reco, dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch'io fui d'i monti intra Orbino e 'l giogo di che Tever si diserra».
s-60
OldItalian_Dante_Inferno-962
Se tu pur mo in questo mondo cieco caduto se' di quella dolce terra latina ond'io mia colpa tutta reco, dimmi se Romagnuoli han pace o guerra; ch'io fui d'i monti là intra Orbino e 'l giogo di che Tever si diserra».
[61] tree
Io era in giuso ancora attento e chino, quando il mio duca mi tentò di costa, dicendo: «Parla tu; questi è latino».
s-61
OldItalian_Dante_Inferno-963
Io era in giuso ancora attento e chino, quando il mio duca mi tentò di costa, dicendo: «Parla tu; questi è latino».
[62] tree
E io, ch'avea già pronta la risposta, sanza indugio a parlare incominciai: «O anima che se' giù nascosta, Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai.
s-62
OldItalian_Dante_Inferno-964
E io, ch'avea già pronta la risposta, sanza indugio a parlare incominciai: «O anima che se' là giù nascosta, Romagna tua non è, e non fu mai, sanza guerra ne' cuor de' suoi tiranni; ma 'n palese nessuna or vi lasciai.
[63] tree
Ravenna sta come stata è molt'anni: l'aguglia da Polenta la si cova, che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
s-63
OldItalian_Dante_Inferno-965
Ravenna sta come stata è molt'anni: l'aguglia da Polenta la si cova, sì che Cervia ricuopre co' suoi vanni.
[64] tree
La terra che già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio, sotto le branche verdi si ritrova.
s-64
OldItalian_Dante_Inferno-966
La terra che fé già la lunga prova e di Franceschi sanguinoso mucchio, sotto le branche verdi si ritrova.
[65] tree
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, che fecer di Montagna il mal governo, dove soglion fan d'i denti succhio.
s-65
OldItalian_Dante_Inferno-967
E 'l mastin vecchio e 'l nuovo da Verrucchio, che fecer di Montagna il mal governo, là dove soglion fan d'i denti succhio.
[66] tree
Le città di Lamone e di Santerno conduce il lioncel dal nido bianco, che muta parte da la state al verno.
s-66
OldItalian_Dante_Inferno-968
Le città di Lamone e di Santerno conduce il lioncel dal nido bianco, che muta parte da la state al verno.
[67] tree
E quella cu' il Savio bagna il fianco, così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, tra tirannia si vive e stato franco.
s-67
OldItalian_Dante_Inferno-969
E quella cu' il Savio bagna il fianco, così com'ella sie' tra 'l piano e 'l monte, tra tirannia si vive e stato franco.
[68] tree
Ora chi se', ti priego che ne conte; non esser duro più ch'altri sia stato, se 'l nome tuo nel mondo tegna fronte».
s-68
OldItalian_Dante_Inferno-970
Ora chi se', ti priego che ne conte; non esser duro più ch'altri sia stato, se 'l nome tuo nel mondo tegna fronte».
[69] tree
Poscia che 'l foco alquanto ebbe rugghiato al modo suo, l'aguta punta mosse di qua, di , e poi diè cotal fiato: «S'i' credesse che mia risposta fosse a persona che mai tornasse al mondo, questa fiamma staria sanza più scosse; ma però che già mai di questo fondo non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero, sanza tema d'infamia ti rispondo.
s-69
OldItalian_Dante_Inferno-971
Poscia che 'l foco alquanto ebbe rugghiato al modo suo, l'aguta punta mosse di qua, di là, e poi diè cotal fiato: «S'i' credesse che mia risposta fosse a persona che mai tornasse al mondo, questa fiamma staria sanza più scosse; ma però che già mai di questo fondo non tornò vivo alcun, s'i' odo il vero, sanza tema d'infamia ti rispondo.
[70] tree
Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, credendomi , cinto, fare ammenda; e certo il creder mio venìa intero, se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!, che mi rimise ne le prime colpe; e come e quare, voglio che m'intenda.
s-70
OldItalian_Dante_Inferno-972
Io fui uom d'arme, e poi fui cordigliero, credendomi, sì cinto, fare ammenda; e certo il creder mio venìa intero, se non fosse il gran prete, a cui mal prenda!, che mi rimise ne le prime colpe; e come e quare, voglio che m'intenda.
[71] tree
Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe che la madre mi diè, l'opere mie non furon leonine, ma di volpe.
s-71
OldItalian_Dante_Inferno-973
Mentre ch'io forma fui d'ossa e di polpe che la madre mi diè, l'opere mie non furon leonine, ma di volpe.
[72] tree
Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte, e menai lor arte, ch'al fine de la terra il suono uscie.
s-72
OldItalian_Dante_Inferno-974
Li accorgimenti e le coperte vie io seppi tutte, e sì menai lor arte, ch'al fine de la terra il suono uscie.
[73] tree
Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe calar le vele e raccoglier le sarte, ciò che pria mi piacea, allor m'increbbe, e pentuto e confesso mi rendei; ahi miser lasso! e giovato sarebbe.
s-73
OldItalian_Dante_Inferno-975
Quando mi vidi giunto in quella parte di mia etade ove ciascun dovrebbe calar le vele e raccoglier le sarte, ciò che pria mi piacea, allor m'increbbe, e pentuto e confesso mi rendei; ahi miser lasso! e giovato sarebbe.
[74] tree
Lo principe d'i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin con Giudei, ché ciascun suo nimico era cristiano, e nessun era stato a vincer Acri mercatante in terra di Soldano, sommo officio ordini sacri guardò in , in me quel capestro che solea fare i suoi cinti più macri.
s-74
OldItalian_Dante_Inferno-976
Lo principe d'i novi Farisei, avendo guerra presso a Laterano, e non con Saracin né con Giudei, ché ciascun suo nimico era cristiano, e nessun era stato a vincer Acri né mercatante in terra di Soldano, né sommo officio né ordini sacri guardò in sé, né in me quel capestro che solea fare i suoi cinti più macri.
[75] tree
Ma come Costantin chiese Silvestro d'entro Siratti a guerir de la lebbre, così mi chiese questi per maestro a guerir de la sua superba febbre; domandommi consiglio, e io tacetti perché le sue parole parver ebbre.
s-75
OldItalian_Dante_Inferno-977
Ma come Costantin chiese Silvestro d'entro Siratti a guerir de la lebbre, così mi chiese questi per maestro a guerir de la sua superba febbre; domandommi consiglio, e io tacetti perché le sue parole parver ebbre.
[76] tree
E' poi ridisse: Tuo cuor non sospetti; finor t'assolvo, e tu m'insegna fare come Penestrino in terra getti.
s-76
OldItalian_Dante_Inferno-978
E' poi ridisse: “Tuo cuor non sospetti; finor t'assolvo, e tu m'insegna fare sì come Penestrino in terra getti.
[77] tree
Lo ciel poss'io serrare e diserrare, come tu sai; però son due le chiavi che 'l mio antecessor non ebbe care.
s-77
OldItalian_Dante_Inferno-979
Lo ciel poss'io serrare e diserrare, come tu sai; però son due le chiavi che 'l mio antecessor non ebbe care”.
[78] tree
Allor mi pinser li argomenti gravi 've 'l tacer mi fu avviso 'l peggio, e dissi: Padre, da che tu mi lavi di quel peccato ov'io mo cader deggio, lunga promessa con l'attender corto ti farà triunfar ne l'alto seggio.
s-78
OldItalian_Dante_Inferno-980
Allor mi pinser li argomenti gravi là 've 'l tacer mi fu avviso 'l peggio, e dissi: “Padre, da che tu mi lavi di quel peccato ov'io mo cader deggio, lunga promessa con l'attender corto ti farà triunfar ne l'alto seggio”.
[79] tree
Francesco venne poi, com'io fu' morto, per me; ma un d'i neri cherubini li disse: Non portar; non mi far torto.
s-79
OldItalian_Dante_Inferno-981
Francesco venne poi, com'io fu' morto, per me; ma un d'i neri cherubini li disse: “Non portar; non mi far torto.
[80] tree
Venir se ne dee giù tra ' miei meschini perché diede 'l consiglio frodolente, dal quale in qua stato li sono a ' crini; ch'assolver non si può chi non si pente, pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente.
s-80
OldItalian_Dante_Inferno-982
Venir se ne dee giù tra ' miei meschini perché diede 'l consiglio frodolente, dal quale in qua stato li sono a ' crini; ch'assolver non si può chi non si pente, né pentere e volere insieme puossi per la contradizion che nol consente”.
[81] tree
Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi : Forse tu non pensavi ch'io loico fossi!.
s-81
OldItalian_Dante_Inferno-983
Oh me dolente! come mi riscossi quando mi prese dicendomi: “Forse tu non pensavi ch'io loico fossi!”.
[82] tree
A Minòs mi portò; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro; e poi che per gran rabbia la si morse, disse: Questi è d'i rei del foco furo; per ch'io dove vedi son perduto, e vestito, andando, mi rancuro».
s-82
OldItalian_Dante_Inferno-984
A Minòs mi portò; e quelli attorse otto volte la coda al dosso duro; e poi che per gran rabbia la si morse, disse: “Questi è d'i rei del foco furo”; per ch'io là dove vedi son perduto, e sì vestito, andando, mi rancuro».
[83] tree
Quand'elli ebbe 'l suo dir così compiuto, la fiamma dolorando si partio, torcendo e dibattendo 'l corno aguto.
s-83
OldItalian_Dante_Inferno-985
Quand'elli ebbe 'l suo dir così compiuto, la fiamma dolorando si partio, torcendo e dibattendo 'l corno aguto.
[84] tree
Noi passamm'oltre, e io e 'l duca mio, su per lo scoglio infino in su l'altr'arco che cuopre 'l fosso in che si paga il fio a quei che scommettendo acquistan carco.
s-84
OldItalian_Dante_Inferno-986
Noi passamm'oltre, e io e 'l duca mio, su per lo scoglio infino in su l'altr'arco che cuopre 'l fosso in che si paga il fio a quei che scommettendo acquistan carco.
[85] tree
Chi poria mai pur con parole sciolte dicer del sangue e de le piaghe a pieno ch'i' ora vidi, per narrar più volte?
s-85
OldItalian_Dante_Inferno-987
Chi poria mai pur con parole sciolte dicer del sangue e de le piaghe a pieno ch'i' ora vidi, per narrar più volte?
[86] tree
Ogne lingua per certo verria meno per lo nostro sermone e per la mente c'hanno a tanto comprender poco seno.
s-86
OldItalian_Dante_Inferno-988
Ogne lingua per certo verria meno per lo nostro sermone e per la mente c'hanno a tanto comprender poco seno.
[87] tree
S'el s'aunasse ancor tutta la gente che già, in su la fortunata terra di Puglia, fu del suo sangue dolente per li Troiani e per la lunga guerra che de l'anella alte spoglie, come Livio scrive, che non erra, con quella che sentio di colpi doglie per contastare a Ruberto Guiscardo; e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie a Ceperan, dove fu bugiardo ciascun Pugliese, e da Tagliacozzo, dove sanz'arme vinse il vecchio Alardo; e qual forato suo membro e qual mozzo mostrasse, d'aequar sarebbe nulla il modo de la nona bolgia sozzo.
s-87
OldItalian_Dante_Inferno-989
S'el s'aunasse ancor tutta la gente che già, in su la fortunata terra di Puglia, fu del suo sangue dolente per li Troiani e per la lunga guerra che de l'anella fé sì alte spoglie, come Livio scrive, che non erra, con quella che sentio di colpi doglie per contastare a Ruberto Guiscardo; e l'altra il cui ossame ancor s'accoglie a Ceperan, là dove fu bugiardo ciascun Pugliese, e là da Tagliacozzo, dove sanz'arme vinse il vecchio Alardo; e qual forato suo membro e qual mozzo mostrasse, d'aequar sarebbe nulla il modo de la nona bolgia sozzo.
[88] tree
Già veggia, per mezzul perdere o lulla, com'io vidi un, così non si pertugia, rotto dal mento infin dove si trulla.
s-88
OldItalian_Dante_Inferno-990
Già veggia, per mezzul perdere o lulla, com'io vidi un, così non si pertugia, rotto dal mento infin dove si trulla.
[89] tree
Tra le gambe pendevan le minugia; la corata pareva e 'l tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia.
s-89
OldItalian_Dante_Inferno-991
Tra le gambe pendevan le minugia; la corata pareva e 'l tristo sacco che merda fa di quel che si trangugia.
[90] tree
Mentre che tutto in lui veder m'attacco, guardommi e con le man s'aperse il petto, dicendo: «Or vedi com'io mi dilacco! vedi come storpiato è Maometto! dinanzi a me sen va piangendo Alì, fesso nel volto dal mento al ciuffetto.
s-90
OldItalian_Dante_Inferno-992
Mentre che tutto in lui veder m'attacco, guardommi e con le man s'aperse il petto, dicendo: «Or vedi com'io mi dilacco! vedi come storpiato è Maometto! dinanzi a me sen va piangendo Alì, fesso nel volto dal mento al ciuffetto.
[91] tree
E tutti li altri che tu vedi qui, seminator di scandalo e di scisma fuor vivi, e però son fessi così.
s-91
OldItalian_Dante_Inferno-993
E tutti li altri che tu vedi qui, seminator di scandalo e di scisma fuor vivi, e però son fessi così.
[92] tree
Un diavolo è qua dietro che n'accisma crudelmente, al taglio de la spada rimettendo ciascun di questa risma, quand'avem volta la dolente strada; però che le ferite son richiuse prima ch'altri dinanzi li rivada.
s-92
OldItalian_Dante_Inferno-994
Un diavolo è qua dietro che n'accisma sì crudelmente, al taglio de la spada rimettendo ciascun di questa risma, quand'avem volta la dolente strada; però che le ferite son richiuse prima ch'altri dinanzi li rivada.
[93] tree
Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse, forse per indugiar d'ire a la pena ch'è giudicata in su le tue accuse?».
s-93
OldItalian_Dante_Inferno-995
Ma tu chi se' che 'n su lo scoglio muse, forse per indugiar d'ire a la pena ch'è giudicata in su le tue accuse?».
[94] tree
« morte 'l giunse ancor, colpa 'l mena», rispuose 'l mio maestro, «a tormentarlo ; ma per dar lui esperienza piena, a me, che morto son, convien menarlo per lo 'nferno qua giù di giro in giro; e quest'è ver così com'io ti parlo».
s-94
OldItalian_Dante_Inferno-996
«Né morte 'l giunse ancor, né colpa 'l mena», rispuose 'l mio maestro, «a tormentarlo; ma per dar lui esperienza piena, a me, che morto son, convien menarlo per lo 'nferno qua giù di giro in giro; e quest'è ver così com'io ti parlo».
[95] tree
Più fuor di cento che, quando l'udiro, s'arrestaron nel fosso a riguardarmi per maraviglia, obliando il martiro.
s-95
OldItalian_Dante_Inferno-997
Più fuor di cento che, quando l'udiro, s'arrestaron nel fosso a riguardarmi per maraviglia, obliando il martiro.
[96] tree
«Or a fra Dolcin dunque che s'armi, tu che forse vedra' il sole in breve, s'ello non vuol qui tosto seguitarmi , di vivanda, che stretta di neve non rechi la vittoria al Noarese, ch'altrimenti acquistar non saria leve».
s-96
OldItalian_Dante_Inferno-998
«Or dì a fra Dolcin dunque che s'armi, tu che forse vedra' il sole in breve, s'ello non vuol qui tosto seguitarmi, sì di vivanda, che stretta di neve non rechi la vittoria al Noarese, ch'altrimenti acquistar non saria leve».
[97] tree
Poi che l'un piè per girsene sospese, Maometto mi disse esta parola; indi a partirsi in terra lo distese.
s-97
OldItalian_Dante_Inferno-999
Poi che l'un piè per girsene sospese, Maometto mi disse esta parola; indi a partirsi in terra lo distese.
[98] tree
Un altro, che forata avea la gola e tronco 'l naso infin sotto le ciglia, e non avea mai ch'una orecchia sola, ristato a riguardar per maraviglia con li altri, innanzi a li altri aprì la canna, ch'era di fuor d'ogni parte vermiglia, e disse: «O tu cui colpa non condanna e cu' io vidi in su terra latina, se troppa simiglianza non m'inganna, rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina.
s-98
OldItalian_Dante_Inferno-1000
Un altro, che forata avea la gola e tronco 'l naso infin sotto le ciglia, e non avea mai ch'una orecchia sola, ristato a riguardar per maraviglia con li altri, innanzi a li altri aprì la canna, ch'era di fuor d'ogni parte vermiglia, e disse: «O tu cui colpa non condanna e cu' io vidi in su terra latina, se troppa simiglianza non m'inganna, rimembriti di Pier da Medicina, se mai torni a veder lo dolce piano che da Vercelli a Marcabò dichina.
[99] tree
E fa saper a' due miglior da Fano, a messer Guido e anco ad Angiolello, che, se l'antiveder qui non è vano, gittati saran fuor di lor vasello e mazzerati presso a la Cattolica per tradimento d'un tiranno fello.
s-99
OldItalian_Dante_Inferno-1001
E fa saper a' due miglior da Fano, a messer Guido e anco ad Angiolello, che, se l'antiveder qui non è vano, gittati saran fuor di lor vasello e mazzerati presso a la Cattolica per tradimento d'un tiranno fello.
[100] tree
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica non vide mai gran fallo Nettuno, non da pirate, non da gente argolica.
s-100
OldItalian_Dante_Inferno-1002
Tra l'isola di Cipri e di Maiolica non vide mai sì gran fallo Nettuno, non da pirate, non da gente argolica.

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