s-103
| Le prime commedie classiche di Shakespeare e quelle di ambientazione italiana, che contengono intricate doppie trame e precise sequenze comiche, lasciano spazio nella metà degli anni 90 del 1500 all' atmosfera romantica delle sue commedie più celebri. |
s-104
| Sogno di una notte di Mezza Estate è una spiritosa mescolanza tra relazioni amorose, magia fatata e comiche scene di vita quotidiana. |
s-105
| La successiva commedia di Shakespeare, la parimenti romantica il mercante di Venezia, contiene un ritratto del vendicativo usuraio ebreo Shylock, che rispecchia il punto di vista elisabettiano ma potrebbe apparire dispregiativo agli occhi del pubblico moderno. |
s-106
| L'ironia e il gioco di parole di molto rumore per nulla, l'affascinante ambientazione rurale di come vi piace, e la vivace baldoria della dodicesima notte completano la sequenza delle grandi commedie di Shakespeare. |
s-107
| Dopo il lirico Riccardo II, scritto quasi interamente in versi, Shakespeare introdusse la commedia in prosa nelle storie degli ultimi anni 90 del 1500, Enrico IV, parte I e II, e Enrico v. |
s-108
| I suoi personaggi diventano più complessi e teneri man mano che passa abilmente dalle scene comiche a quelle serie, dalla prosa alla poesia, e raggiunge la varietà narrativa del suo più maturo lavoro. |
s-109
| Questo periodo inizia e finisce con due tragedie: |
s-110
| Romeo e Giulietta, la famosa tragedia romantica sull' intensa sessualità adolescenziale, sull' amore, e sulla morte; |
s-111
| e Giulio Cesare - basato sulla traduzione eseguita nel 1579 da Sir Thomas North di Vite Parallele di Plutarco - che introdusse un nuovo tipo di dramma. |
s-112
| Secondo James Shapiro studioso di Shakespeare, nel Giulio Cesare 'i vari elementi di politica, personaggio, introspezione, eventi contemporanei, persino le stesse riflessioni di Shakespeare sulla scrittura, iniziano a sovrapporsi l'un l'altro. |
s-113
| All' inizio del XVII secolo, Shakespeare scrisse le cosiddette 'opere problematiche' Misura per Misura, Troilo e Cressida, e Tutto è bene quel che finisce bene e numerose delle sue più famose tragedie. |
s-114
| Numerosi critici credono che le maggiori tragedie di Shakespeare rappresentino il culmine della sua arte. |
s-115
| L'eroe del titolo di una delle tragedie più famose di Shakespeare, Amleto, è stato forse trattato più di qualsiasi altro personaggio shakespeariano, specialmente per il suo famoso monologo che inizia con: |
s-116
| A differenza dell' introverso Amleto, la cui fatale debolezza fu l'esitazione, per gli eroi delle tragedie seguenti, Otello e Lear, funesti furono gli errori impulsivi di valutazione. |
s-117
| Le trame delle tragedie di Shakespeare si basano spesso su errori fatali o debolezze del genere che capovolgono l'ordine e distruggono l'eroe e i suoi affetti. |
s-118
| Nell' Otello l'antagonista Iago alimenta la gelosia sessuale di Otello a tal punto da indurlo ad assassinare la moglie innocente che lo ama. |
s-119
| Nel Re Lear l'anziano re commette il tragico errore di rinunciare ai suoi poteri dando inizio alla serie di eventi che conducono alla tortura e all' accecamento del conte di Gloucester e all' omicidio di Cordelia, la figlia più giovane di Lear. |
s-120
| Secondo il critico Frank Kermode, 'il dramma non offre nè ai personaggi buoni nè al pubblico sollievo dalla propria crudeltà'. |
s-121
| Nel Macbeth, la più corta e la più concisa delle tragedie di Shakespeare, un'ambizione incontrollabile spinge Macbeth e sua moglie, Lady Macbeth, ad assassinare il re legittimo e ad usurpare il trono fino a quando non vengono distrutti a loro volta dal senso di colpa. |
s-122
| In questo dramma Shakespeare aggiunge alla struttura tragica un elemento soprannaturale. |
s-123
| Le sue ultime tragedie più importanti, Antonio e Cleopatra e Coriolano, contengono tra i versi più raffinati di Shakespeare e furono considerate le sue tragedie meglio riuscite dal poeta e critico T. S. Eliot. |
s-124
| Nel periodo finale, Shakespeare scrisse romance o tragicommedie e portò a compimento altre tre opere importanti: |
s-125
| Cimbelino, il racconto d'inverno e la tempesta, così come Pericle, principe di Tiro, romance frutto di una collaborazione. |
s-126
| Meno cupe delle tragedie, queste quattro opere hanno un tono più solenne delle commedie degli anni 1590 ma terminano con conciliazione e con il perdono di errori potenzialmente tragici. |
s-127
| Alcuni commentatori hanno visto questo cambiamento di tono come una prova di una visione della vita più serena da parte di Shakespeare, ma potrebbe anche solo essere un mero riflesso della moda teatrale dell' epoca. |
s-128
| Non è chiaro per quali compagnie teatrali Shakespeare scrisse le sue prime opere. |
s-129
| Il frontespizio dell' edizione del 1594 del Tito Andronico rivela che l'opera era stata recitata da tre troupe teatrali differenti. |
s-130
| In seguito alle epidemie di peste del 1592-1593, le opere di Shakespeare vennero rappresentate dalla sua compagnia al the Theater e al Curtain Theater nello Shoreditch, a nord del Tamigi. |
s-131
| I londinesi vi si recarono a frotte a vedere la prima parte dell' Enrico IV, commentata da Leonard Digges, 'che entrino Falstaff, Hal, Poins e il resto ... e voi avrete a malapena un posto'. |
s-132
| Quando la compagnia teatrale si trovò coinvolta in una disputa con il proprietario, demolirono il Theater e usarono le travi per costruire il Globe Theater, il primo teatro di prosa costruito da attori per attori, nella riva sud del Tamigi, a Southwark. |
s-133
| Il Globe aprì nell' autunno del 1599, con il Giulio Cesare, una delle prime opere ad essere rappresentate. |
s-134
| La maggior parte delle più importanti opere di Shakespeare successive al 1599, incluse Amleto, Otello e Re Lear, furono scritte per il Globe. |
s-135
| Nel 1603, avendo cambiato nome da Lord Chamberlain's Men a King's Men, la compagnia instaurò un rapporto speciale con Re Giacomo I. |
s-136
| Nonostante le documentazioni sulle esibizioni siano irregolari, i King's Men interpretarono a corte sette opere di Shakespeare fra il 1 novembre 1604 e il 31 ottobre 1605, fra cui due interpretazioni del mercante di Venezia. |
s-137
| Dopo il 1608, d'inverno si esibirono al teatro coperto Blackfriars e d'estate al Globe. |
s-138
| La scenografia interna, unita al gusto per le fastose maschere giacobite, permisero a Shakespeare di introdurre nuove e più elaborate macchine teatrali. |
s-139
| Della compagnia di Shakespeare facevano parte attori del calibro di Richard Burbage, William Kempe, Henry Condell e John Herninges. |
s-140
| Burbage recitò nel ruolo di protagonista nelle prime rappresentazioni di molti drammi shakespeariani, fra i quali Riccardo III, Otello e Re Lear. |
s-141
| Il noto attore comico Will Kempe interpretò, fra gli altri, il ruolo del servo Pietro in Romeo e Giulietta e Dogberry in molto Rumore per nulla. |
s-142
| Fu rimpiazzato da Robert Armin a cavallo del XVI secolo, che recitò in parti come quella di Touchstone in Come vi piace e quella del pazzo in Re Lear. |
s-143
| Tuttavia, il 29 giugno un cannone colpì il tetto del Globe, incendiandolo completamente, un fatto che individua con rara precisione la data di rappresentazione di un'opera di Shakespeare. |
s-144
| Nel 1623 John Heminges e Henry Condell, due degli amici di Shakespeare che facevano parte dei King's Men, pubblicarono il First Folio, un'edizione completa delle opere di Shakespeare. |
s-145
| Molte delle opere erano già state pubblicate nelle loro versioni in quarto - volumetti composti di fogli di carta piegati in due in modo da ottenere quattro pagine. |
s-146
| Non c'è prova che suggerisca l'approvazione di Shakespeare per queste edizioni, descritte dal First Folio come 'copie rubate e clandestine'. |
s-147
| Alfred Pollard definì alcuni di questi 'bad quartos' dato che erano testi adattati, parafrasati e alterati e, in alcuni punti, erano ricostruiti a memoria. |
s-148
| Laddove diverse versioni di un'opera sopravvivono, esse differiscono tra di loro. |
s-149
| Le differenze possono derivare da errori di copiatura o di stampa, dagli appunti degli attori o dei membri del pubblico, o infine dagli stessi scritti di Shakespeare. |
s-150
| In alcuni casi, come ad esempio Amleto, Troilo, Cressida e Otello, Shakespeare potrebbe aver fatto una revisione dei testi tra le edizioni in quarto e in folio. |
s-151
| Nel caso del Re Lear, comunque, mentre molte delle edizioni più moderne sono tra di loro simili, la versione in folio del 1623 è così diversa da quella in quarto del 1608 che entrambe le edizioni sono state pubblicate nella raccolta Oxford Shakespeare, mostrando che non se ne può fare un'unica versione senza creare confusione. |
s-152
| Negli anni 1593 e 1594, quando i teatri rimasero chiusi a causa della peste, Shakespeare pubblicò due poemi narrativi dal tema erotico, Venere e Adone e il ratto di Lucrezia. |
s-153
| Nel poema Venere e Adone, un innocente Adone rifiuta le avances sessuali di Venus; |
s-154
| mentre nel ratto di Lucrezia, la protagonista, moglie virtuosa, viene stuprata dal lussurioso Tarquinio. |
s-155
| Ispirandosi alle metamorfosi di Ovidio, i poemi mostrano il sentimento della colpa e della confusione morale che derivano dalla lussuria incontrollabile. |
s-156
| Entrambi divennero famosi e furono ristampati più volte durante la vita di Shakespeare. |
s-157
| Un terzo poema narrativo, il lamento di un amante, in cui una giovane donna è afflitta perchè sedotta da un pretendente persecutorio, venne incluso nella prima edizione dei sonetti nel 1609. |
s-158
| Molti studiosi oggi sono concordi nell' affermare che Shakespeare abbia scritto il lamento di un amante. |
s-159
| I critici ritengono che le sue ottime doti vengano limitate da risultati poco brillanti. |
s-160
| Ne La fenice e la tartaruga, pubblicata in Love's Martyr, di Robert Chester nel 1601, si piange la morte della leggendaria fenice e della sua amata, la fedele tartaruga. |
s-161
| Nel 1599, due bozze iniziali dei sonetti 138 e 144 comparvero ne Il pellegrino appassionato, pubblicato a nome di Shakespeare ma senza il suo permesso. |
s-162
| Pubblicati nel 1609, i sonetti furono l'ultima tra le opere non teatrali di Shakespeare ad essere stampate. |
s-163
| Gli studiosi non sono certi sul periodo di composizione di ognuno dei 154 sonetti, ma è plausibile ritenere che Shakespeare li abbia scritti nel corso della sua carriera, per scopi privati. |
s-164
| Anche prima della pubblicazione non autorizzata dei due sonetti ne Il pellegrino appassionato nel 1599, Francis Meres aveva fatto riferimento nel 1598 agli 'zuccherosi sonetti tra i suoi amici privati'. |
s-165
| Pochi studiosi credono che nella collezione pubblicata sia seguito l'ordine dei sonetti che Shakespeare intendeva pubblicare. |
s-166
| Sembra che avesse in mente due serie contrastanti: |
s-167
| una sull' incontrollabile desiderio per una donna sposata dalla carnagione scura (la 'dark lady'), e una sull' amore conflittuale per un bel ragazzo (il 'fair youth'). |
s-168
| Non è chiaro se queste figure rappresentino individui reali, o se l''io' dell' autore che si rivolge loro sia lo stesso Shakespeare, anche se Wordsworth riteneva che con i Sonetti Shakespeare avesse 'aperto il suo cuore'. |
s-169
| L'edizione del 1609 era dedicata a 'mr. W.h.', considerato 'l'unico padre' delle poesie. |
s-170
| I critici valutano i Sonnets come una profonda meditazione sulla natura dell' amore, passione sessuale, procreazione, morte e tempo. |
s-171
| Le prime opere teatrali di Shakespeare sono scritte nello stile caratteristico del tempo. |
s-172
| Le scrisse in un linguaggio ricercato che non sempre scaturisce in modo naturale dalle necessità dei personaggi o dell' opera. |
s-173
| La poetica si basa su metafore e idee ampie e talvolta elaborate e il linguaggio risulta spesso retorico - scritto per essere declamato piuttosto che pronunciato dagli attori. |
s-174
| Ad esempio gli imponenti discorsi in Tito Andronico, secondo alcuni critici, spesso rafforzano l'azione; |
s-175
| e i versi ne I due gentiluomini di Verona sono stati definiti artefatti. |
s-176
| Tuttavia ben presto, Shakespeare iniziò ad adattare lo stile tradizionale ai suoi scopi. |
s-177
| Il soliloquio iniziale di Riccardo III trova le sue origini nella confessione di vice nel teatro morale medievale. |
s-178
| Allo stesso tempo, la vivida consapevolezza di sè di Riccardo è un anticipo dei soliloqui delle opere più mature di Shakespeare. |
s-179
| Non esiste un'opera in particolare che evidenzi la svolta dallo stile tradizionale a quello più libero. |
s-180
| Shakespare li mescola per tutta la sua carriera, Romeo e Giulietta è forse l'esempio migliore di questa fusione di stili. |
s-181
| Verso la metà degli anni '90 del 1500, al tempo di Romeo e Giulietta, Riccardo II e sogno di una notte di mezza estate, Shakespeare aveva già iniziato a scrivere in modo più naturale. |
s-182
| Calibrava sempre più le sue metafore e le sue immagini sulle necessità dell' opera stessa. |
s-183
| La forma poetica propria di Shakespeare è il verso giambico, composto dal pentametro giambico. |
s-184
| In pratica, si tratta di un verso decasillabo, spesso senza rima, pronunciato con l'accento su ogni sillaba pari. |
s-185
| Il verso giambico delle sue prime opere teatrali è molto diverso da quello delle sue ultime opere. |
s-186
| Nonostante la sua bellezza, le sue frasi tendono ad iniziare, fermarsi e finire alla fine del verso, con il rischio di risultare monotone. |
s-187
| Una volta diventato esperto del giambo tradizionale, Shakespeare iniziò a interrompere e modificare il suo andamento. |
s-188
| Questa tecnica dona nuova forza e flessibilità ai versi di opere come Giulio Cesare e Amleto. |
s-189
| Shakespeare lo usa, ad esempio, per trasmettere il subbuglio della mente di Amleto. |
s-190
| Il critico letterario A.C. Bradley ha descritto il suo stile come 'più concentrato, rapido, vario, e, nella costruzione, meno regolare, non raramente contorto o ellittico'. |
s-191
| Nell' ultima fase della sua carriera, Shakespeare ha adottato molte tecniche per realizzare questi effetti. |
s-192
| Questi includevano enjambement, pause e punti irregolari, e variazioni estreme nella struttura e nella lunghezza delle frasi. |
s-193
| In Macbeth, per esempio, il linguaggio salta da una metafora o similitudine non collegata, ad un'altra. |
s-194
| L'ascoltatore viene sfidato a completare il senso. |
s-195
| Gli ultimi romance, con i loro salti temporali e le sorprendenti svolte nella trama, hanno ispirato un ultimo stile poetico, in cui frasi lunghe e corte vengono contrapposte l'una all' altra, le proposizioni vengono accumulate, soggetti e oggetti sono invertiti, e le parole sono omesse, creando un effetto di spontaneità. |
s-196
| Shakespeare combinava il genio poetico con un pratico senso del teatro. |
s-197
| Come tutti i drammaturghi del tempo, adattava per il teatro storie da fonti come Plutarco e Holinshed. |
s-198
| Rimodellava ogni trama per creare diversi centri di interesse, e per mostrare al pubblico quante più parti possibile di un racconto. |
s-199
| Questa forza di progettazione garantisce che un'opera di Shakespeare possa sopravvivere alla traduzione, al taglio e ad ampia interpretazione senza la perdita del cuore del dramma. |
s-200
| Con il crescere della sua maestria, Shakespeare ha dato ai suoi personaggi motivazioni più chiare e varie, e schemi di linguaggio distintivi. |
s-201
| In ogni caso, ha conservato aspetti del suo stile iniziale nelle ultime opere teatrali. |
s-202
| L'opera di Shakespeare ha lasciato un'impronta duratura sul teatro e la letteratura successivi. |