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Universal Dependencies - Italian - ISDT

LanguageItalian
ProjectISDT
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AnnotationBosco, Cristina; Lenci, Alessandro; Montemagni, Simonetta; Simi, Maria

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s-508 Una sorta di Grande Croazia che si contrapponga alla Grande Serbia del suo ex compagno e ora arcinemico Milosevic?
s-509 Idee e programmi ardimentosi non sono mai mancati nella mente di Franjo.
s-510 Nel 1941 appena diciannovenne non accetta il dominio nazista e il regime fantoccio guidato dal sanguinario Ante Pavelic, scappa in montagna e raggiunge le formazioni comuniste di Josip Broz (metà sloveno metà croato), meglio conosciuto come Tito.
s-511 Lo segue poco dopo il fratello minore che morrà a soli diciassette anni.
s-512 La lotta partigiana gli coraggio e durezza.
s-513 La Jugoslavia titoina gli offre una brillante carriera militare dalla quale si ritira nel 1960 con il grado di generale.
s-514 Nel 1967 fa scandalo la 'dichiarazione sulla lingua' sottoscritta da diciotto istituti di cultura e da intellettuali 'di regime' come Miroslav Krleza, membro del Comitato Centrale della Lega dei Comunisti e amico personale di Tito.
s-515 Si propone di introdurre il croato nelle scuole e sui giornali, al posto del serbo croato simbolo di centralismo jugoslavo, cioè dominio dei serbi perché, anche grazie agli equilibrismi titoisti, sono sempre stati loro ad occupare le posizioni preminenti nel Partito, nell' Esercito, nell' Amministrazione Pubblica.
s-516 Nazionalismo, dunque, significa immediatamente fronda antigovernativa e antisocialista.
s-517 Nel 1971 - 72, un'ampia purga colpisce i dissidenti.
s-518 Quel giro di vite trasforma la Croazia in una sorta di 'Repubblica silenziosa', quasi una Cecoslovacchia meridionale.
s-519 Cacciato dal Partito, rinchiuso per due volte in prigione, Tudjman sviluppa in modo ossessivo il suo nazionalismo.
s-520 E si imbarca in una grossolana operazione di revisione storica, con l'intento di rovesciare i miti e i tabù ufficiali.
s-521 Comincia a contestare le cifre canoniche sul triplo genocidio (di serbi, zingari ed ebrei) commesso durante la Seconda Guerra Mondiale dagli Ustascia di Pavelic, la cui missione patriottica verrà rivalutata.
s-522 Di qui a negare l'Olocausto tout court il passo è breve e Franjo, ormai diventato un leader politico, lo compie senza esitare.
s-523 Nel 1989 pubblica un libro intitolato 'L'impasse della verità storica' che è un florilegio di luoghi comuni antisemiti, antiserbi e antigitani.
s-524 Insomma, per superare la vulgata comunista scivola in un rozzo fascismo da bancarella.
s-525 Eppure, nel grande caos di quegli anni diventa un faro luminoso.
s-526 Fonda la Comunità Democratica Croata, un partito ipernazionalista che egli, per renderlo accettabile all' estero, definisce ispirato alla Cdu di Helmut Kohl.
s-527 lo Stato e la Patria vengono prima di tutto, di Dio, della Verità, della Dignità Umana.
s-528 Il 29 novembre 1992 annuncia che i confini della ex Jugoslavia vanno rivisti, e tutto il popolo croato dovrà essere compreso nelle frontiere 'storiche e naturali' della Croazia, cioè quelle tracciate da Pavelic sotto la protezione della Croce Uncinata.
s-529 Adesso il suo esercito sta marciando diritto verso questo traguardo.
s-530 Dunque, abbiamo a Zagabria un dittatorello che fa da pendant al piccolo zar di Belgrado?
s-531 I comportamenti sono identici e simili gli obbiettivi.
s-532 La differenza è che Tudjman ha sempre giocato di rimessa.
s-533 Prima di proclamare la secessione ha esitato a lungo, conscio della debolezza intrinseca della Croazia e ha tentato la carta di una Confederazione Jugoslava.
s-534 Alla guerra è stato trascinato soprattutto, ha sempre usato lo scacchiere internazionale facendosi gli amici giusti.
s-535 'Danke Deutschland', cantavano i croati il giorno dell' indipendenza.
s-536 E sono gli americani adesso ad aver riarmato, addestrato, preparato l'esercito di Zagabria.
s-537 La voglia di prendersi una fetta di Bosnia Tudjman non l'ha mai nascosta, anzi, l'ha condivisa con Milosevic e insieme hanno discusso un piano di spartizione.
s-538 Ma l'opportunismo del presidente croato lo spinge a muoversi solo e quando i suoi potenti protettori glielo consentono, come spiega Noel Malcolm, giornalista inglese che ha scritto la migliore storia della Bosnia finora pubblicata (anche se decisamente anti serba).
s-539 MILANO - Apre bocca e scatena tempeste.
s-540 Che parli di secessione o di governo, di possibili alleati o di sicuri nemici, Umberto Bossi si trascina dietro un carico di denunce, di epiteti, di indignazione da record italiano.
s-541 L'ultima provocazione, lanciata qualche sera fa in un comizio nel bergamasco, gli è già valsa una sfida a duello (dal coordinatore lombardo del Msi nonché conte Massimiliano Molini di Valliboni) e una promessa di denuncia per 'minacce, intimidazioni e istigazione a delinquere' da parte di Mirko Tremaglia, attivissimo esponente di An.
s-542 Che ha combinato il Senatur?
s-543 Secondo quanto riportato da un quotidiano di Bergamo, con tono vagamente squadrista avrebbe sibilato ai suoi:
s-544 'Se sapete che qualcuno ha votato An, state attenti, prendete nome e cognome.
s-545 Su questo non scherzo:
s-546 al momento giusto, se sarà necessario, la Lega andrà a casa a prenderli , li abbiamo già cacciati i fascisti dal Nord.
s-547 Francesco Storace, sanguigno portavoce di An, è pure lui uno che con le parole va giù duro.
s-548 Ma stavolta sceglie la battuta:
s-549 'La colpa vera, diciamolo , è di Basaglia.
s-550 Contro Bossi l'unico ricorso possibile è quello all' autorità manicomiale ...'.
s-551 Tremaglia invece non ha nessuna voglia di scherzare:
s-552 'Questo è enorme - si indigna - e supera ogni limite di decenza civile e di offesa al diritto.
s-553 Bossi ha commesso reati gravissimi in questa occasione:
s-554 minacce, intimidazioni, istigazione a delinquere.
s-555 Ancora una volta ha violato il codice penale, che deve esistere anche per lui.
s-556 Non si può più ignorare tutto ciò:
s-557 Una legge che con il Senatur potrebbe essere durissima:
s-558 dopo le ripetute, violente dichiarazioni dei giorni scorsi sulla eventualità che il Nord scelga la secessione o, meglio, il separatismo, è infatti inquisito per l'ipotesi di attentato all' unità nazionale:
s-559 reato gravissimo, che può portare addirittura ad una condanna all' ergastolo.
s-560 Non che il Senatur se la sia presa più di tanto, a dire il vero, se ha pensato di ironizzare autodefinendosi 'l'ergastolano di Mantova'.
s-561 Ma Tremaglia in questo caso è decisissimo, e invoca esemplari punizioni:
s-562 'Non è possibile - si lamenta il presidente della commissione Esteri - che Bossi rimanga sempre impunito, perché viene considerato matto o buffone e così gli si permette di fare inaudite affermazioni che cancellano il codice penale.
s-563 Deve pagare anche lui alla giustizia come capita per ogni delinquente:
s-564 a tutela dei cittadini elettori di An che Bossi vorrebbe colpire con le sue operazioni di 'pulizia etnica'.
s-565 Storace però alle denunce, alle minacce di galera, all' intervento dei magistrati, insomma, non ci crede tanto.
s-566 Per lui la questione è tutta, e squisitamente, politica:
s-567 D'altra parte, non è la prima volta che fa certe sparate:
s-568 Però 'siccome siamo in democrazia, finché la gente lo vota lui può pure continuare a dire certe assurdità'.
s-569 Ma se per Storace Bossi è una specie di personaggio folkloristico incapace d'intendere e di volere, qualche colpevole vero, nella vicenda, c'è:
s-570 'Lo dico come Petrolini:
s-571 'Non ce l'ho con te, ma con chi ti sta accanto ...'.
s-572 E aggiunge:
s-573 'Ancora più grave poi è l'atteggiamento del governo, che non prende posizione davanti alle stronzate di Bossi perché la sua sopravvivenza dipende dai voti della Lega'.
s-574 Detto questo, però, Storace mette in mostra i muscoli:
s-575 'Paura delle minacce di quel pazzo?
s-576 Come dicono le ragazze di 'Avanzi', 'ma de che, ahò?'.
s-577 Via, neanche Cossutta ora parla più di fascismo, il clima nel Paese è cambiato, chi volete che ci tocchi?'.
s-578 'Fa benissimo a mandare chi vuole alla conferenza Onu, mica la possono crocifiggere ...'.
s-579 'Le Erinni perseguitano la Pivetti'.
s-580 Giovanna Melandri è preparata?
s-581 'Mi fastidio soltanto quando si comporta come una piccola democristiana'.
s-582 ROMA - Lei le chiama le Erinni, e certamente esagera perché è proprio difficile immaginare scomposte o esagitate la beneducata Giovanna Melandri o la materna Alberta De Simone.
s-583 Però Tiziana Maiolo le vede così, anzi accomuna nella definizione una quindicina di parlamentari progressiste.
s-584 No, non è solo rivalità di schieramento, stavolta la forzista garantista presidente della commissione Giustizia parla per altruismo, a nome di una causa che considera buona, giusta e, probabilmente, impopolare:
s-585 difendere Irene Pivetti, attaccata da Melandri e compagne perché vuole mandare tre delegati maschi a Pechino, alla conferenza internazionale sulle donne.
s-586 Forza Italia della presidente della Camera ha detto di tutto, 'arrivista, parziale, teleguidata da Scalfaro', eppure proprio la Maiolo scende in campo, come direbbe il Cavaliere, a difendere l'Irene.
s-587 Questo, dunque, è uno sfogo a spada sguainata e chissà se la presidente Pivetti gradirà, se anche lei sospetterà, come sosteneva un maschio (naturalmente), 'se due donne si mettono d'accordo, lo fanno sempre alle spalle di una terza'.
s-588 Vuole mandare Mirko Tremaglia alla Conferenza Internazionale delle donne a Pechino?
s-589 La Melandri, la Gaiotti de Biase e tutte le altre Erinni si sono offese perché volevano andarci loro.
s-590 Che vuol dire 'la Melandri è preparata sull' argomento' ....
s-591 Non è mica la sola.
s-592 Io non mi sono certo offesa perché la Pivetti non mi ha mandato a Pechino.
s-593 L' hanno fatto anche con me, so come funziona.
s-594 Se vuole le racconto un po' di aneddoti sulla solidarietà tra donne deputate ...'.
s-595 Si accomodi.
s-596 'Io sono presidente della commissione Giustizia.
s-597 Toccava a me indicare la relatrice per la legge sulla violenza femminile.
s-598 Per non aver accettato imposizioni, ne ho passate di tutti i colori.
s-599 L'ho sempre ritenuta una amica, ma lei voleva fare la relatrice a tutti i costi.
s-600 Andava ogni giorno da Berlusconi, poi veniva da me e mi diceva 'Stai dalla parte degli stupratori, farò campagna elettorale contro di te'.
s-601 Alla fine si è dimessa da Forza Italia.
s-602 Dopo la sua, è cominciata la persecuzione delle progressiste.
s-603 Loro la Lagostena non la volevano, ma non volevano neppure Alessandra Mussolini, che invece io ho sostenuto fino alla fine.
s-604 Mi blandiva:
s-605 'Tu che sei così sensibile, una compagna ....
s-606 Non puoi nominare la Mussolini'.
s-607 Io ho tenuto duro.

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