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Universal Dependencies - Italian - ISDT

LanguageItalian
ProjectISDT
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AnnotationBosco, Cristina; Lenci, Alessandro; Montemagni, Simonetta; Simi, Maria

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s-108 Una buona accademia può farne un bravo pittore.
s-109 Per questo sono ambiziosi e cercano di imparare.
s-110 Per questo, altre volte sono tristi, perché si rendono conto che la vita è stata avara con loro.
s-111 Per questo sono invidiosi quando vedono che qualcuno, che si trovava al loro stesso livello, li supera.
s-112 Mi viene in mente una mia vecchia cameriera che, guardando i quadri dei maggiori artisti contemporanei, da Van Gogh a Chagall, a Modigliani, a Picasso, diceva che sarebbe stata capace di farli anche lei.
s-113 In ogni caso che sua figlia dipingeva molto meglio.
s-114 In università, ogni tanto appare uno studioso di genio.
s-115 Che non è solo più bravo, più brillante, più abile degli altri, ma ha anche una potenza di penetrazione maggiore e misteriosa.
s-116 Come Pasteur, quando intuisce che le infezioni sono provocate da microorganismi invisibili.
s-117 Ebbene, in questi casi, i colleghi dapprima sghignazzano poi, quando la scoperta è riconosciuta da tutti, si convincono che avrebbero benissimo potuto farla loro.
s-118 Invece non è vero.
s-119 Anche nelle organizzazioni, spesso, i collaboratori di un grande imprenditore sono convinti che saprebbero fare meglio di lui.
s-120 Invece non è vero.
s-121 Quando lui muore l'azienda sbanda paurosamente, va in rovina.
s-122 Ma perché il creatore dell' impero aveva doti che loro non hanno.
s-123 Sapeva vedere le opportunità, scrutare negli animi, convincere i dubbiosi, intuire i trabocchetti.
s-124 Sapeva essere umile, imparare, ascoltare.
s-125 Coglieva le tendenze collettive, i segnali del futuro.
s-126 Loro no.
s-127 Perfino nei movimenti politici, i luogotenenti del capo carismatico sono spesso convinti di essere come lui, di avere le sue stesse capacità, e pensano di poterlo sostituire.
s-128 Invece nessuno può sostituire o abbattere il capo di un movimento.
s-129 Senza di lui, loro non sono più niente.
s-130 È connesso alla natura stessa della vita, in cui il mutamento avviene perché gli individui muoiono.
s-131 Tutto va avanti lo stesso.
s-132 Ma in quel singolo caso, per quella singola famiglia, città, nazione, che disastri, che catastrofe può provocare la morte di uno solo!
s-133 Morto Alessandro Magno, il suo impero va in frantumi.
s-134 Morto Lorenzo il Magnifico, incomincia la rovina dell' Italia.
s-135 Ma non è il caso di pensare solo ai grandi esempi storici.
s-136 Anche nella nostra vita quotidiana ci sono delle persone da cui dipende la serenità della nostra famiglia, la prosperità della nostra organizzazione, la qualità della nostra vita.
s-137 Ma noi non vogliamo ammetterlo .
s-138 Non ci rendiamo conto del lavoro psicologico, dei prodigi di equilibrio, di diplomazia che fanno per noi.
s-139 Il finanziere ha svelato ai magistrati un intrigo internazionale.
s-140 Beirut Ginevra Tripoli del 1990.
s-141 'Tangenti svizzere ai terroristi'.
s-142 Fiorini:
s-143 mi fecero pagare gli hezbollah per liberare due ostaggi in Libano.
s-144 'Consegnai un milione e mezzo di franchi all' esponente dei sequestratori'.
s-145 MILANO - Ragion di Stato di rigore svizzero e tangenti in stile italiano.
s-146 Florio Fiorini, il 'lavandaio' dell' alta finanza, ha dichiarato ai giudici di avere pagato i terroristi islamici per ottenere il rilascio di due cittadini elvetici rapiti in Libano.
s-147 Scopo del versamento era quello di agevolare l'ingresso nella Confederazione di una società italo libica, la Gatoil, osteggiata dal governo di Berna.
s-148 Si tratta della bustarella più inquietante scoperta durante le indagini di Mani pulite.
s-149 Per due anni gli uomini di Fiorini si sono rifiutati di fornire informazioni su un conto battezzato Reprival.
s-150 Al magistrato ripetevano:
s-151 'Chi tocca quei soldi muore'.
s-152 Neanche per il celebre Protezione erano state incontrate simili resistenze.
s-153 E soltanto nell' ultimo interrogatorio davanti al pubblico ministero Luigi Orsi, Fiorini ha svelato il mistero:
s-154 'Da quel conto abbiamo consegnato un milione e mezzo di franchi svizzeri all' esponente degli hezbollah libanesi per la liberazione di due ostaggi, liberazione utile per acquistare la Gatoil'.
s-155 L'intrigo internazionale si è svolto tra Beirut, Ginevra e Tripoli nel 1990.
s-156 Fiorini, ex direttore finanziario dell' Eni, aveva ottimi rapporti con i più celebri magnati arabi e poteva vantare una collaborazione ventennale con il governo libico.
s-157 Ai giudici ha descritto pure donazioni miliardarie ad alcuni ministri e a tale Taher Munir Bursham, definito 'lobbista presso il parlamento di Tripoli'.
s-158 Dai suoi verbali si scopre che nel 1992 gli emissari di Gheddafi erano disposti a investire in Italia duemila miliardi per l'acquisto del gruppo alimentare pubblico Sme e della Federconsorzi.
s-159 La trattativa non approdò a risultati, probabilmente a causa dell' arresto di Fiorini a Ginevra e dell' embargo Onu contro la Libia.
s-160 I contatti nelle capitali arabe sono diventati preziosi nel 1990, quando per concludere l'affare Gatoil Fiorini si è dovuto interessare della sorte di due funzionari svizzeri della Croce Rossa, Emmanuel Christen ed Elio Erriquez, rapiti il 7 ottobre 1989 alle porte di Sidone.
s-161 All' inizio il colpo venne attribuito agli hezbollah filo iraniani, più tardi fu ipotizzata una partecipazione del gruppo di Abu Nidal, il più terribile terrorista palestinese.
s-162 La Libia è stata più volte accusata di fornire basi alle squadre di Abu Nidal, ma in quell'occasione Tripoli fu la prima a denunciare il sequestro.
s-163 E nel frattempo politici, ambasciatori e industriali discutevano di petrolio.
s-164 Fino a un contratto che si intreccerà con il rapimento.
s-165 'La Sasea - ha spiegato Fiorini durante una delle prime deposizioni nel penitenziario ginevrino di Champ Dollon - entrò nella joint venture con la compagnia petrolifera libica nell' estate 1990 con un compito preciso:
s-166 ricercare un partner elvetico di prestigio che consentisse ai libici di entrare nel mercato svizzero.
s-167 La Migroil (controllata dal colosso Migros, ndr) era interessata all' affare.
s-168 Alla fine i libici sono comunque riusciti a realizzare il progetto senza bisogno della società con la Migroil perché con quest'ultima venne raggiunto un accordo diverso'.
s-169 I due cittadini svizzeri furono liberati a Beirut poco dopo, nella metà dell' agosto 1990.
s-170 Non venne mai chiarito quale formazione era stata responsabile del sequestro e chi intervenne in favore degli ostaggi.
s-171 Prima di svelare i retroscena di quel patto Fiorini ha atteso cinque anni.
s-172 Lo ha fatto solo nell' interrogatorio dell' undici maggio scorso.
s-173 Nel verbale del pm Luigi Orsi è riportata solo la sintesi della vicenda:
s-174 alla nostra giustizia le tangenti arabe non interessano.
s-175 E forse il finanziere toscano ha colto l'occasione per una piccola vendetta nei confronti degli svizzeri che stavano decidendo la sua condanna.
s-176 Alla fine di giugno infatti il tribunale di Ginevra gli ha inflitto sei anni per il crollo della Sasea, travolta da 4 mila miliardi di debiti.
s-177 Ma la storia del conto Reprival riserva altri due racconti molto suggestivi.
s-178 'Circa 83 mila franchi furono spesi per comprare da un prete brasiliano una emittente radiofonica.
s-179 O meglio.
s-180 I partner libici pensavano di risolvere i problemi di approvvigionamento alimentare acquistando una fazenda in Brasile, grande quanto mezza Italia.
s-181 La regalìa al prete serviva per tenere buoni gli indios locali vicino a Bahia'.
s-182 L'ultima puntata è tutta italiana, quasi una premessa al rientro di Fiorini annunciato per il prossimo mese.
s-183 'Da quel conto destinammo 200 milioni a Casadei, segretario di De Michelis, e 600 al tesoriere del Psi, Balzamo.
s-184 Ragione di entrambi i pagamenti fu una campagna di stampa dell' Avanti in favore dell' acquisizione della Metro Goldwin Mayer.
s-185 Craxi scrisse un articolo di fondo in proposito.
s-186 I soldi furono trasferiti dalla Svizzera su due libretti al portatore che Giancarlo Parretti consegnò a Roma'.
s-187 In vista della conferenza Onu di Pechino:
s-188 'È ora che il divario con l'uomo venga colmato'.
s-189 Il Papa:
s-190 'La cultura ha bisogno del genio femminile'.
s-191 Quinzio:
s-192 se l'esempio è la Montessori sono scettico.
s-193 La Macciocchi:
s-194 svolta storica contro i soliti tabù.
s-195 MILANO - Si rallegrino scrittrici e scienziate, filosofe e musiciste:
s-196 Lo ha promesso Wojtyla in persona, durante la riflessione dell' 'Angelus', rivolta alla prossima conferenza Onu di Pechino sulla condizione femminile.
s-197 Il Papa condanna la 'sistematica emarginazione' dell' altra metà del cielo in campo culturale, chiede 'pari opportunità' per tutte, cita la pedagoga Montessori quale ideale portabandiera, e soprattutto esalta 'l'ingresso sempre più qualificato delle donne non soltanto come fruitrici, ma anche come protagoniste' in campo intellettuale.
s-198 'È ora che il divario di opportunità venga dappertutto colmato', aggiunge, e pronuncia una frase significativa:
s-199 'La cultura ha più che mai bisogno del genio femminile'.
s-200 Sarà vero 'neofemminismo'?
s-201 O il Papa rimane nell' ambito della tradizionale visione cattolica già espressa dall' enciclica 'Mulieris dignitatem'?
s-202 Il filosofo Sergio Quinzio non nasconde un certo scetticismo:
s-203 'Sembra quasi che Wojtyla cerchi di' mettersi in linea 'in vista della conferenza di Pechino, afferma, e dopo essersi battuto una mano sulla fronte si ricordi all' improvviso dell' esistenza di un problema'.
s-204 Già, ma qui, secondo Quinzio, sta la forzatura.
s-205 'Se per dimostrare la tesi della creatività femminile bisogna ricorrere alla Montessori, cioè a una cara vecchia signora, allora si finisce con l'esaltare involontariamente il genio maschile.
s-206 Perché, diciamolo , in confronto alla Montessori, Pestalozzi fa la figura di un gigante'.
s-207 E l'idea che Gesù sia 'andato a scuola' da Maria?

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